Giovanni Enrico Nicola e la storia della Filam - di Calogero Governali

Seconda parte

Agli inizi del 1923, precisamente l’8 gennaio, riprende le pubblicazioni “Il Lavoratore d’albergo e mensa”, giornale della disciolta Filam che ora viene pubblicato come organo della Federazione di Milano di cui è segretario Nicola. E’ partendo da questo mezzo di comunicazione che Nicola riesce già nel corso del 1923 a ricostituire la Filam. Nel 1924 aderisce ed entra nel Pci portando su queste posizioni tutta la Filam, una delle pochissime federazioni di mestiere ad essere guidata da un comunista. Entra a far parte, come membro aggiunto, del Comitato sindacale nazionale comunista, collabora ai giornali “Sindacato rosso” e “l’Unità” ed è un attivo difensore con “Soccorso rosso” dei lavoratori e delle vittime delle violenze fasciste. Nel 1925, ad un convegno della CgdL, presenta una mozione di dura condanna all’operato del gruppo dirigente della Confederazione, lui e i firmatari della mozione vengono espulsi.
Viene arrestato nel 1926 e dal gennaio del 1927 viene confinato a Lipari; nel processo del 1928 viene condannato a 15 anni e 4 mesi, che scontò in diversi carceri. L’amnistia ne consente la scarcerazione nel 1934 e subito riprende l’attività clandestina. Ricercato dalla polizia politica del regime fascista, espatria in Francia nel 1936 e lavora nell’organizzazione del Pci a Parigi. Nel 1940 viene arrestato e internato in un  campo di concentramento a Vernet. Nel 1941 viene riconsegnato alla polizia italiana, che lo spedisce al confino di Ustica prima e di Ventotene poi. Viene liberato nell’agosto del 1943 e si impegna nella Resistenza; tornato a Milano lavora alla rinascita della Camera del lavoro entrandone a far parte poi come segretario.
Dopo la Liberazione è segretario della delegazione Alta Italia della Cgil ed è nella segreteria della Federazione del Pci milanese. Come delegato Cgil Alta Italia presiede la riunione del comitato di iniziativa dei lavoratori di albergo e mensa (agosto 1945) e apporta la sua esperienza per la rinascita della Filam. Nel 1946 il 2° Congresso di questa Federazione lo elegge a presidente. Viene eletto successivamente consigliere comunale e poi provinciale di Milano; abbandona l’attività politica e sindacale per una grave e lunga malattia e si spegne a Milano il 18 maggio 1971.
Ricordarlo oggi  per me è un doveroso riconoscimento a chi ha coerentemente dedicato tutta la propria vita ad affermare una concreta idea di giustizia e di eguaglianza sociale, sacrificando a queste idee, oltre che la propria libertà, anche gli affetti più cari. Quanta  necessità abbiamo oggi di riprenderne l’insegnamento e soprattutto l’esempio...

(La prima parte di questo articolo è stata pubblicata sul numero 6 del giugno 2013 di ‘Reds’)

Per approfondire le notizie, oltre al citato volume di L. Martini e il fascicolo del CPC, vedi:                                                                                                             
-    “Il movimento operaio italiano: dizionario biografico”, di Franco Andreucci e Tommaso Detti (Roma, Editori Riuniti, 1975, Vol.3°, pp. 675-677).                                                                                                           
-    “Le origini dell’attività sindacale nel settore dei servizi (1880-1925)” , di Antonio Famiglietti (Roma, Ediesse, [2006], pp. 129-133).                                                                                                                                                        
-    “La nascita della FILCAMS-Cgil: il sindacalismo dei servizi nel secondo dopoguerra (1944-1960)”, di Antonio Famiglietti (Roma, Ediesse, [2008], pp. 13-22).                                                                                            


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