Austerità: perseverare è diabolico... - di Riccardo Chiari

Anche gli ultimi, impietosi dati offerti dall’ufficio studi di Confesercenti dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, l’epocale fallimento della “austerità espansiva”. All’ennesimo calo del prodotto interno lordo italiano nel 2014 (-0,2%), si accoppia soprattutto la constatazione che ci sono circa 6 milioni di persone che non lavorano. La metà di questi ha perso il lavoro, l’altra metà ne resta ai margini perché scoraggiata dalla situazione di crisi. Di più: il tasso di occupazione fra le persone in età lavorativa, tra i 20 e i 64 anni di età, è calato sotto il 60%. Quello femminile addirittura sotto il 50%, ben venti punti in meno della media europea.
Visto il contesto, continuare a dire che “ce lo chiede l’Europa”, e che “non ci sono alternative”, equivale ad autodenunciarsi di una manifesta incapacità a governare. Anche perché, gratta gratta, si scoprono alcune imbarazzanti verità. “Si sta andando avanti su una politica che fondamentalmente è la stessa seguita dal 2008 – tira le somme Susanna Camusso – e che non solo ha aggravato la crisi, ma si è fatta sentire particolarmente sui salari e sul lavoro. Non è ‘colpa di Renzi’, visto che va avanti da sei anni. Ma diventa colpa sua se si ostina a continuare sulla stessa linea”.
Nelle occasioni pubbliche – in particolare alle feste dell’Unità in corso di svolgimento lungo la penisola - la segretaria generale della Cgil non ha nascosto né meriti né demeriti del governo: “Gli 80 euro sono stati un’ottima cosa. Ma non possono essere uno specchietto per le allodole che nasconde precarizzazione e impoverimento di lavoratori e pensionati. Ad esempio non si dovrebbe parlare per il pubblico impiego di qualità e selezione della spesa, per poi bloccare i contratti e fare, come i governi precedenti, tagli lineari. E poi la conosciamo bene la storia che per aiutare i precari dobbiamo togliere tutele agli altri: sono venti anni che in questo paese si tolgono diritti, ma per i precari non è cambiato nulla”.
Ora gli squilli di tromba renziani annunciano il cosiddetto “jobs act”, presentato peraltro con titoli così generici da non far capire con chiarezza quale sarà la strategia governativa. Comunque la Cgil avverte in anticipo: “Facciamo un contratto a tutela crescente che sia sostitutivo delle altre forme, altrimenti inventiamo l’ennesima forma di precarietà”. Non dovrebbe però far indulgere all’ottimismo il giudizio del ministro delle finanze tedesco, il falco Wolfgang Schaeuble, sulle intenzioni del governo italiano: “Renzi segue un approccio assolutamente corretto per quanto riguarda le profonde riforme strutturali che servono all’Italia: per questo posso solo sperare che abbia successo con le sue riforme”. Che per Schaeuble, va da sé, devono seguire la strada disastrosa dell’austerità espansiva.


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