19 aprile 2015

Una data che rimarrà nella memoria. Si spera.

E’ un giorno di dolore, di disperazione e di morte. Forse 800 uomini, donne, bambini sono annegati nello scontro tra il barcone stracarico sul quale viaggiavano le loro speranze di vita e di dignità e il peschereccio che si era avvicinato per prestare soccorso.

Noi della CGIL siamo per l’accoglienza, per il corridoio umanitario e il diritto di asilo europeo, per il rispetto del codice di navigazione internazionale che impone di prestare soccorso in mare e prima ancora per il rispetto della vita umana, di qualsiasi vita. E proviamo come tutte le persone dabbene un sentimento di pietas verso chiunque versi in difficoltà e pericolo e di orrore e sgomento di fronte alla morte e alla strage. Ma saremmo dei sepolcri imbiancati se non denunciassimo come questi morti siano la conseguenza dell’abbandono delle regole d’ingaggio della missione italiana “Mare nostrum”, il cui scopo era la salvaguardia delle vite umane, e del passaggio alla missione europea “Triton”, il cui obiettivo è impedire l’approdo dei profughi sulle coste italiane.

Dunque il governo Renzi è responsabile, con gli altri governi europei! E la decisione di formalizzare un blocco navale delle coste libiche e di “distruggere i barconi nei porti libici” sarebbe la prosecuzione di “Triton” con mezzi potenziati e radicali e con conseguenze inenarrabili. Si celerebbero alla vista i morti, ma non si porrebbe fine alla strage.
Le politiche di soccorso usate fino ad ieri non erano il frutto di un “buonismo” per così dire gratuito: erano il risultato, dopo tanto e troppo tempo, del massacro provocato intenzionalmente dalle regole d’ingaggio che il governo italiano aveva imposto nel lontano 1991 alla Marina militare. Il tratto di mare era il Golfo di Otranto nel mar Adriatico: la notte del 28 marzo 1997 una nave carica di uomini, donne e bambini (oltre 140) fu speronata dalla corvetta Sibilla della Marina militare italiana. La nave era la Kater I Rades. Si salvarono solo 25 adulti. Solo dei cinici irresponsabili possono pensare di tornare a quella politica di respingimento!

Disonore per il popolo italiano che tanti siano persuasi che questa sia una politica fattibile. Vergogna per i politici che cavalcano l’onda della paura, predicando egoismo, odio e disprezzo.


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