Expo: il lavoro che c'è e il lavoro che vorremmo - di Maria Carla Rossi

“a Milano il Primo Maggio 2015 si terrà l’inaugurazione di Expo. E’ un avvenimento eccezionale. Basti pensare che la città ospitò una precedente edizione nel lontano 1906 per la quale furono costruiti la Fiera di Milano e l’Acquario Civico. Il Primo maggio di questo anno, Filcams CGIL Milano, Fisascat CISL Milano Metropoli e UilTucs Milano Lombardia, le categorie del settore commercio, non proclameranno lo sciopero del settore.

rincipalmente in segno di vicinanza a tutte le lavoratrici e i lavoratori che, in quel giorno, saranno al loro primo giorno di lavoro. Una platea di ragazze e ragazzi che potranno avere la loro prima occasione lavorativa. Oppure donne e uomini che probabilmente, nei mesi e negli anni passati, sono stati espulsi dal mercato del lavoro per gli effetti di una crisi che continua ad attaccare duramente. La Città di Milano avrà l’opportunità di avere a disposizione un’importante vetrina. Vogliamo che questa vetrina sia l’occasione per gettare le basi per un futuro in cui il lavoro stabile e di qualità trovi completa cittadinanza attraverso investimenti mirati affinché questo obiettivo possa realizzarsi. Vogliamo dare un contributo alla riuscita dell’evento che consideriamo un’opportunità per il territorio messo a dura prova dalla crisi che nel settore è ancora molto forte. La liberalizzazione degli orari commerciali, introdotta dal decreto Salva Italia del Governo Monti, continua a produrre risultati inefficaci. Le aziende continuano ad agire sulla riduzione dei costi del lavoro per noi inaccettabile. Su questo tema non mancherà il nostro impegno e la nostra azione e continueremo a contrastare quella scelta che non condividiamo. Nei prossimi mesi saremo al fianco di lavoratrici e lavoratori che nella città e nel sito espositivo presteranno il loro servizio. Vigileremo e contrasteremo ogni abuso nei confronti di chi cercherà di approfittare della situazione per non applicare contratti di lavoro regolari, diritti e norme sulla salute e sicurezza. Una Milano aperta ed inclusiva deve tenere conto delle esigenze e delle voci di tutti. Noi, come sempre, faremo sentire la nostra partendo dal Primo Maggio e dai suoi valori per noi incancellabili”.

Questo è il testo del comunicato unitario delle Segreterie milanesi dei sindacati del terziario sull’avvio di Expo. Sento di riconfermare la scelta fatta e di aggiungere alcune riflessioni, magari non politicamente corrette ma misurate su persone in carne e ossa.
Finora si sono ascoltate le voci di chi (esprimendo legittimamente un’opinione) considera Expo la madre di tutti i mali, senza entrare nel merito o addirittura travisando la realtà su lavoro volontario e lavoro subordinato. Ad ogni buon conto è preferibile partire da una base oggettiva e concreta e conoscere quali sono le tipologie contrattuali presenti sul sito espositivo.

Nel perimetro di Expo sono presenti centinaia di padiglioni, alcuni occupano dipendenti propri, altri dipendenti propri e/o lavoratori somministrati, poi vi sono le attività gestite direttamente da Expo con personale proprio a tempo determinato e stage formativi, ad esempio le visite guidate, gli eventi sul sito e l’organizzazione generale ed infine i servizi in appalto quali la sorveglianza, le pulizie e la logistica. Il primo accordo quadro del 2013 stabiliva quali figure professionali e che competenze ogni singola figura dovesse avere, specificando che le attività di volontariato erano esclusivamente di supporto (assistenza anziani e disabili piuttosto che la gestione delle code agli ingressi) e prestate a titolo gratuito. Il secondo accordo quadro di luglio 2014 entrava nel merito dell’applicazione contrattuale, dell’organizzazione degli orari di lavoro, reperibilità, ferie, permessi e sicurezza sul lavoro oltre che Tfr. Ad oggi sono stati stipulati altri accordi specifici relativi alla sorveglianza e sicurezza del sito espositivo e dei servizi di pulizie. Resta aperta la discussione con Manpower, l’agenzia di somministrazione che si è aggiudicata il bando sul sito espositivo.

Spero sia chiaro a tutti che quando si parla di attività di volontariato ci si riferisce a qualcosa che ognuno sceglie se fare o meno senza alcun tipo di retribuzione; l’attività del volontario è limitata all’assistenza di anziani, disabili, famiglie numerose con bimbi piccoli a cui dare indicazioni e supporto in caso di necessità.

Cosa diversa sono gli stage in Expo, sappiamo quanto questa materia sia delicata: il rimborso di 516 € mensili più il buono pasto giornaliero di 5,29€ non sono certo cifre significative, ma più di questo è opportuno vigilare affinché lo stage non venga usato impropriamente in sostituzione di attività che nulla hanno a che fare con le attività formative e l’orientamento al lavoro così come previste dalla legge 92/2012 e le Linee guida in materie di tirocini approvate in data 24.01.2013 dalla Conferenza delle Regioni e delle provincie autonome.

Alla maggioranza dei lavoratori dipendenti presenti in Expo verrà applicato il CCNL Terziario distribuzione e servizi, mentre alle altre figure si applicherà il contratto dello specifico settore di appartenenza. Come Sindacato saremo presenti con una postazione interna per offrire supporto e assistenza a tutti quelli che ne faranno richiesta: sarà anche un modo per verificare la corretta applicazione di quanto sottoscritto in tema di sicurezza sul lavoro e di contrattazione. Sarebbe interessante ricevere consigli e indicazioni su come essere presenti ed efficaci in questo contesto specifico, come caratterizzarci e dimostrare di essere realmente vicini a tutte le lavoratrici e lavoratori presenti sul sito espositivo, quindi poco importa essere pro o contro Expo: parafrasando Deng Xiaoping, “non importa che il gatto sia bianco o sia nero, l’importante è che acchiappi i topi”.
Per certi versi circoscrivere tutto il male e tutto il bene del mondo a Expo è consolatorio. Expo è semplicemente una fiera, non salverà il pianeta e non è un’associazione a delinquere e forse non salverà nemmeno l’Italia dal declino e dalla corruzione. Noi speriamo che sia almeno una spintarella per rilanciare il lavoro. Il commercio nel territorio milanese è allo stremo (come nel resto d’Italia): in pochi giorni Auchan, Mediaworld, Billa e Trony hanno comunicato oltre mille esuberi per le chiusure di punti vendita a Milano e provincia, e dietro i dipendenti diretti ci sono gli appalti delle pulizie e della sorveglianza. In mezzo ci stiamo noi che con difficoltà sosteniamo un’idea di lavoro buono, regolare, controllato… il lavoro che vorremmo.


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