Coop estense Puglia-Basilicata: lotta e solidarietà fino all'accordo - di Jole Laviola

Il 30 giugno scorso al Ministero del Lavoro, alla presenza del sottosegretario Teresa Bellanova, si chiudeva con la firma di un accordo la vertenza Coop Estense divisione Puglia e Basilicata. La vertenza che era stata aperta a marzo con l’avvio di una procedura di mobilità riguardante 147 addetti di IV, è stata caratterizzata oltre che dalla straordinaria mobilitazione e partecipazione delle lavoratrici e lavoratori, dalla campagna di solidarietà sui social network che ha visto coinvolti volti noti e meno noti della tv, della radio e della politica. I volti di uomini e donne conosciuti e non hanno fatto il giro del web con il cartello “IO STO CON I LAVORATORI COOP”.

Dopo la grande partecipazione allo sciopero del 4 giugno, data di prima convocazione al Ministero, e attraverso un acceso confronto nelle assemblee sulle proposte ultimative dell’azienda la maggior parte dei lavoratori e delle lavoratrici coop hanno spinto le OO.SS. a non retrocedere sul punto che ci eravamo dato come non barattabile, ovvero il no alle terziarizzazioni.

La trattativa si è conclusa con un accordo che stabilisce: la sospensione di alcune voci del CIA con un sacrificio economico che riguarderà per tre anni i dipendenti coop di Puglia e Matera di tutti i livelli; la possibilità di esodo volontario con incentivo; l’esclusione delle terziarizzazioni; la fissazione di obiettivi di riduzione dei costi del lavoro da centrare annualmente e per cui è previsto un percorso di verifica e confronto con le OO.SS., che parteciperanno così alla ricerca di soluzioni che tengano in equilibrio i conti dell’azienda.
Probabilmente è quest’ultimo aspetto quello che contraddistingue maggiormente l’accordo in questione: si è cioè stabilita, ristallizzandola in un accordo che ha scongiurato 147 licenziamenti e una riorganizzazione forzosa dell’impresa, la partecipazione attiva delle OO.SS. e delle RSA/RSU al processo di cambiamento e alla ricerca attiva di soluzioni, ristabilendo i ruoli delle parti con la formalizzazione di nuove e più costruttive relazioni sindacali.

La legittima soddisfazione che tutti quelli impegnati in prima fila hanno espresso dopo la firma dell’accordo, dai dirigenti sindacali alle lavoratrici e ai lavoratori, è la dimostrazione, che quando il sindacato opera in piena e totale trasparenza, in condivisione con i diretti interessati, spingendoli al confronto continuo e alla partecipazione attiva, non può che essere legittimato, anche quando per la salvaguardia di posti di lavoro si è costretti ad accordi che riducono il salario.

Nessuno dei lavoratori coinvolti ha avuto la percezione che le OO.SS. stessero svendendo i loro diritti; al contrario, hanno trovato la forza di svegliarsi da un lungo torpore che in passato li aveva caratterizzati, trovando chi era disposto a lottare non solo per loro, ma anche e soprattutto con loro, rendendoli così protagonisti della trattativa.


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