A pagare i tagli sono igiene, salute e sicurezza - di Marco Prina

Nel 1854 una donna scoprì, in un ospedale militare di Scutari (Üsküdar) in Turchia, come l’alta mortalità dei soldati feriti in combattimento fosse determinata dalla mancanza di igiene. Quella donna sconvolse il mondo maschilista inglese del XIX secolo con le sue tesi rivoluzionarie sull’importanza dell’ambiente nello sviluppo e prevenzione delle malattie. E’ grazie a quella grande piccola signora, Florence Nightingale, se oggi la pulizia e l’igiene negli ospedali sono considerate un fondamento della profilassi.

Purtroppo, come un malato di Alzheimer, il nostro Sistema Sanitario Regionale piemontese sembra iniziare a dimenticarsi dell’esistenza di quei principi.

Il sistema degli appalti delle pulizie è da qualche anno sottoposto a sempre più drastici tagli di spesa giustificati solo dalla necessità di garantire le “parità di bilancio” o i “piani di rientro” e non da chissà quali grandi innovazioni tecnologiche: siamo nel bel mezzo di una perdita della ragione. Questa malattia ormai ha contagiato tutti: i nostri politici, i manager, gli amministratori generali, persino qualche delegato sindacale del settore. La maggioranza del personale sanitario guarda. e subisce in silenzio, allorquando non si rende complice, rendendosi partecipe del sistema come tanti piccoli banali “Eichmann”.

Quello che sta accadendo in queste settimane in alcuni ospedali torinesi (Martini, Oftalmico, S. Anna, Regina Margherita, Molinette, presidi) ripete quel che avvenne due anni fa al San Luigi, all’Ospedale di Rivoli, al Giovanni Bosco, al Maria Vittoria. I tagli sulle ore di servizio sono più o meno simili, viaggiano sul 33%. Eppure i capitolati prevedono pressoché le stesse attività, addirittura con qualche cosa di più, come la pulizia dell’unità paziente sottratta agli operatori sociosanitari.

Il risparmio per le Direzioni Amministrative rispetto alla spesa storica di questi appalti si aggira su quasi 10 milioni di euro su tre anni. A questo si guarda, e non ad altro, con irresponsabile e colpevole miopia.

Ovviamente ci sarebbe da chiedersi se chi ha amministrato prima era uno stupido che ha portato un danno alla gestione pubblica, magari da perseguire, oppure se chi amministra adesso è un fesso che ha consegnato un settore delicato come quello delle pulizie in mano a pazzi forsennati o incompetenti.

Chi si è aggiudicato l’appalto è una delle più grandi aziende del settore, una multinazionale tedesca, la Dussmann. Peccato che la Dussmann abbia scaricato completamente lo sconto economico con cui ha vinto la gara, sulle spalle dei lavoratori. Il 33% di sconto corrisponde al 33% di taglio delle ore degli operatori.

Dove stanno l’efficienza, l’innovazione, la formazione? Nei negrieri. Ovvero in una nuova specie di responsabili e affiancatori (“tutor”...) che inseguendo il personale lo informano su come e dove pulire, battendogli i tempi, minacciandolo, blandendolo. Valletta se la ride nella tomba! La grande “innovazione” della multinazionale è la solita vecchia minestra riscaldata: intensificazione del lavoro attraverso l’aumento del sistema di sorveglianza e punizione. Tornano alla mente le parole usate da Karl Marx per descrivere la “modernità” del lavoro salariato che trasforma l’ambiente di lavoro in una caserma dove regna la disciplina e i lavoratori sono divisi tra addetti al lavoro e sorveglianti.

Ma poiché non è possibile spremere la gente oltre il dovuto, se non attraverso l’introduzione dello schiavismo, l’intensificazione del lavoro senza innovazione tecnologica non potrà mai recuperare su quel taglio. L’esperienza del San Luigi o del Giovanni Bosco, ancor di più del Maria Vittoria insegnano. L’omissione del lavoro, la pulizia saltata, l’inapplicazione del capitolato diventano l’unica strada percorribile. E’ il modello all’italiana, anche questo un déjà vu.

Sui futuri grandi risultati di questo “risparmio” staremo a vedere, basterà monitorare il tasso di infezioni nosocomiali da Clostridium difficilis (diarree) o il persistere delle colonie di Legionella e la relativa incidenza di polmoniti ospedaliere (che alle Molinette sono di casa) per capire i costi aggiuntivi derivanti dal nuovo sistema delle pulizie.


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