Ius soli, l'Italia non è un paese per giovani - di Frida Nacinovich

Dovrebbe essere semplice garantire la cittadinanza a chi è nato o è arrivato qui da neonato, sta andando a scuola, conosce (e parla) la lingua italiana meglio di tanti italiani ‘veri’. Anche Toto Cutugno, amatissimo da milioni di italiani emigrati ai quattro angoli del pianeta, potrebbe attualizzare la sua celebre canzone - “sono un italiano, un italiano vero” - dedicandola ad Abdul, Amal, Emer, ragazze e ragazzi che diventeranno la colonna vertebrale del paese di domani. Il futuro è loro, nonostante una politica incapace di andare al di là delle campagne mediatiche e dei sondaggi usa-e-getta. Dagli all’immigrato, dagli al diverso, dagli al povero. A ben guardare non c’è alcuna differenza con il trattamento riservato, più di mezzo secolo fa, ai tanti figli del sud costretti a emigrare nel triangolo industriale per lavorare nelle fabbriche dei padroni delle ferriere. Eppure nel frattempo l’uomo è andato sulla luna, la tecnologia ci ha già portato nel futuro. Solo la politica, evidentemente refrattaria a ogni salutare cambiamento, si impiglia in ragnatele tanto vecchie quanto resistenti. Disposta a perdere la faccia, pur di non perdere i voti di chi continua a dire al bar che quando c’era lui i treni arrivavano in orario. Mentre scriviamo, autorevoli esponenti del governo (Maria Elena Boschi) assicurano che la legge sullo ius soli sarà la prima ad essere approvata nella nuova legislatura perché adesso “non ci sono le condizioni”. Ma un suo collega del Pd (Graziano Delrio) insiste: la legge sul diritto di cittadinanza a chi è nato e/o cresciuto in Italia può essere approvata. Il tira e molla è destinato a continuare, mentre i fascioleghisti soffiano sul fuoco dell’intolleranza, Silvio Berlusconi se ne sta pudicamente zitto (una rarità), e Beppe Grillo dà un colpo al cerchio ed uno alla botte, a giorni alterni, a seconda di quello che dicono i sondaggi della Casaleggio & associati. Uno dei tanti magnifici film dei fratelli Coen si intitola ‘non è un paese per vecchi’. L’Italia, invece, non è un paese per giovani.


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