La "rivoluzione" nel settore auto - di Federico Antonelli

La FILCAMS-CGIL al centro del futuro del settore

Il mondo dell’automobile è investito da una rivoluzione tecnologica e commerciale dalle conseguenze non prevedibili. L’alimentazione a benzina (o diesel) lascerà il posto, in maniera graduale ma inesorabile, a nuove forme di alimentazione di cui l’elettricità appare, al momento, quella su cui più si concentrano investimenti e ricerca.

Questo inevitabile cambiamento riguarderà non soltanto l’alimentazione del motore, ma anche la configurazione elettronica del mezzo, sempre più connesso ed interattivo, e comporterà una profonda evoluzione dei modelli di consumo e di proprietà dell’auto.

Si affacciano nuovi meccanismi commerciali che modificano la modalità di gestione non più fondata sul possesso/ proprietà ma sull’utilizzo dell’automobile. 

Il car sharing nei grandi centri urbani e il noleggio a lungo termine, anche per il consumo privato e familiare, sono due delle nuove formule di consumo del prodotto automobile. 

In conseguenza di questo cambiamento, tutta la filiera dell’automotive, dalla produzione all’utenza, si dovrà adattare, con la conseguenza che sarà necessario implementare i servizi utili al cliente finale.

Già oggi questi servizi contribuiscono in modo determinante alla creazione della ricchezza e dei margini di guadagno per tutto il settore; gli utili del settore infatti vengono prodotti dal mix di servizi connessi all’automobile. Se non ci fosse la vendita di finanziamenti e assistenza, per fare un esempio, le concessionarie e filiali di vendita non sarebbero in grado di sopravvivere.

Durante gli anni della crisi della vendita delle auto, negli anni 2012/2016, con il mercato ridotto di quasi il 50%, questa evoluzione ha permesso di evitare il tracollo di tutta la rete commerciale portando a una selezione degli operatori più virtuosi e moderni, che oggi sono così in grado di continuare nella propria attività. In alcuni casi, anzi, creando le premesse per una loro crescita. Tra i fenomeni da osservare oggi c’è infatti la concentrazione di grandi gruppi commerciali e l’ingresso di alcune aziende straniere fino a pochi anni fa completamente assenti sul mercato nazionale.

Da un punto di vista occupazionale, tale rivoluzione sta generando una progressiva crescita degli addetti nel settore automotive che sono impiegati in maniera diretta nella rete dei servizi.

Si stima che vi siano circa 800mila addetti del settore che applicano il contratto del commercio, con una incidenza del 58% sugli occupati complessivi nel settore della mobilità. 

Un dato impressionante e centrale se si vuole ragionare in maniera attuale e aggiornata di lavoro e mobilità.
Questo cambiamento epocale impone una sfida nuova per la nostra categoria e per tutto il mondo sindacale: provare a connettere il mondo della produzione e dei servizi, sapendo che il rapporto tra i due ambienti è profondamente mutato. 

Quanto la vendita di prodotti finanziari è determinante oggi in questo settore? Finanziamenti, credito al consumo e assicurazioni le fonti di attività e margini primari. In questo settore si impongono sempre più professionalità che integrano conoscenza del prodotto automobile e conoscenza dei prodotti assicurativi e finanziari.

Quanto l’assistenza post vendita è indispensabile al sostegno della rete commerciale nella realizzazione di profitti minimi? La forza sindacale nel settore del commercio delle auto fino ad oggi si è concentrata nelle officine; in questi anni queste officine hanno assunto dimensioni sempre maggiori e offerto una gamma di prodotti di assistenza sempre più concorrenziali.

Quanto l’innovazione tecnologica modificherà le abitudini di acquisto degli utenti e quali e quanti prodotti informatici saranno sempre più connessi con la nostra prossima auto? Già oggi l’evoluzione tecnologica ha cambiato le competenze necessarie al mercato, nei prossimi anni queste competenze dovranno essere ancor più implementate; la sfida della formazione sarà in questa ottica determinante.

Queste le domande alle quali rispondere, studiandone l’evoluzione e rapportandola alle possibili conseguenze nel mondo del lavoro. Nuove figure professionali, cambiamento delle politiche retributive, una struttura diversa della rete di vendita forse gli aspetti più semplici da citare; ma i cambiamenti potrebbero avere altre conseguenze a partire dal numero degli addetti necessari e la distribuzione sul territorio della rete commerciale.

Per la FILCAMS-CGIL questa rivoluzione è una grande opportunità di studio e iniziativa. Il nostro punto di osservazione, infatti, conferma questa nuova visione di uno dei settori primari dell’economia italiana e mondiale, e su questo i delegati e lavoratori da noi rappresentati potranno raccontare molte informazioni utili. Raccordando questa nostra esperienza in una visione confederale dei temi della mobilità si potrà così integrare la cultura sindacale del settore: se ci si rapporta con un mondo in evoluzione, come quello dell’automotive, non si può prescindere da una visione diversa e aggiornata e questa nostra sfida dovrà offrire il giusto contributo a un dibattito fino ad oggi confinato nel solo mondo della produzione.


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