Salvini, sono solo soldi - di Frida Nacinovich

Con un realismo un po’ cinico si può rileggere la vita di madame Bovary, e capire che non si uccise per amore ma per soldi. Soldi, soldi, maledetti soldi. Matteo Salvini ne sa qualcosa, visto che la sua Lega è in aperto imbarazzo di fronte al caso di Armando Siri. Uno importante, l’ideatore della flat tax, che il capitano leghista aveva voluto con sé al governo, affidandogli il ruolo, delicatissimo, di sottosegretario alle infrastrutture. Ora invece Siri è un ex, e deve difendersi dalle accuse di corruzione per una bruttissima storia di mazzette (30mila euro), ricevute per cercare di far passare un emendamento nella legge sugli incentivi all’energia eolica.

Soldi, soldi, sono solo soldi. Anche quelli del ‘russo’ Savoini, un altro uomo di fiducia del vicepremier, inviato periodicamente a Mosca per trattare forniture di energia, con il sospetto di finanziamenti illeciti al partito ex padano, nelle pieghe della stipula dei contratti. Più delle baruffe chiozzotte con il collega vicepremier, il pentastellato Luigi Di Maio, o la telenovela della (incostituzionale) autonomia richiesta da Veneto e Lombardia - e anche dall’Emilia Romagna guidata dal Pd.... - sono storiacce come queste che pesano sull’ascesa della Lega nel gradimento dei cittadini elettori. L’uomo con la felpa di Casapound al derby Milan-Inter, finito per lui molto male, mostrò di non gradire molto, nel febbraio scorso, la vittoria dell’italianissimo Mahmood al festival di Sanremo. Non era colpa delle lontane origini egiziane del bravo trapper milanese, ma dell’argomento trattato nel suo fortunatissimo singolo, che ha sfondato anche in Europa. Soldi, soldi, volevi solo soldi.

Anche l’attuale inquilino di palazzo Chigi, il sempre impeccabile professore di diritto privato Giuseppe Conte, si è accorto che il polo leghista che sorregge il suo governo ha qualche problema, serio, da risolvere.

Ai paladini padani mancava solo l’anticiclone africano...


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