In ricordo di Amedeo - di Cosimo Zullo

Con Amedeo ci siamo conosciuti agli inizi degli anni 70. Lui frequentava l’Istituto Commerciale situato verso via Taranto - via Gallipoli, nel centro di Brindisi. Io invece frequentavo l’Itis G. Giorgi al rione Casale.

Ci incontrammo le prime volte durante le riunioni studentesche.

In questi incontri iniziammo a conoscerci meglio, a discutere delle iniziative che si organizzavano nei nostri Istituti, le adesioni che arrivavano alla FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana) in cui noi già militavamo.

Era un periodo molto “caldo”, perché in quel periodo le nostre manifestazioni si incrociavano con i presidi degli operai, con le assemblee di fabbrica organizzate davanti ai cancelli dal Sindacato.

In quel periodo nacque una forte amicizia con Amedeo e spesso, dopo gli incontri studenteschi, rimanevamo assieme per andare a mangiare una pizza.

Era molto gioviale e aperto e si notava che era molto conosciuto tra gli studenti e i giovani brindisini, mentre noi, provenienti dalla provincia, avevamo maggiore difficoltà a costruire rapporti e dialoghi.

Fino al 1975 ci siamo frequentati costantemente, partecipando a congressi, assemblee ed incontri con la FGCI. Dopo quegli anni, ci siamo un po’ allontanati, io sono entrato nel Sindacato alla Federbraccianti e lui è restato a dirigere a livello provinciale la FGCI. Non ci perdemmo mai di vista, anche se non ci frequentavamo più costantemente.

Amedeo, sia nella FGCI che nel Partito, non ha mai avuto atteggiamenti di chiusura verso le novità, anzi molte volte risultava più “eretico” della stessa cosiddetta linea del Partito. Per molto tempo è stato dirigente del Partito della città di Brindisi, anche dopo gli anni della svolta della Bolognina del 1989.

Già nella fase del cambio del nome al Partito ci ritrovammo sulle stesse posizioni, sostenendo la mozione n. 2 (tra gli altri, dei compagni Ingrao e Tortorella), non condividendo il modo assai “superficiale” della svolta di Occhetto.

Amedeo nella vita di Partito era molto spesso insofferente perché non amava sostenere posizioni di gruppi o di compagni più autorevoli, sentendosi uno spirito libertario. Verso il 1995-1996, ci siamo re-incontrati mentre lui era operatore della formazione professionale (Enaip) ed anche dopo che ha iniziato a fare vita attiva nel Sindacato. In questi anni, ogni volta che ci incontravamo, l’ossessione che metteva in evidenza era quella di vivere ogni giorno con richieste di lavoratori per la difesa dei diritti, della difesa di un posto di lavoro, mentre la Sinistra in cui lui era cresciuto e aveva militato era molto lontana da quelle “esigenze”.

Il nostro dialogo, in questi anni social e di whatsapp, lo abbiamo mantenuto costante. Il filo rosso della nostra amicizia è rimasto invariato.

Posso dire che un amico come Amedeo, che ha attraversato la mia vita per 50 anni, sia davvero un amico da ricordare, come un’amicizia “d’oro”.