Maxi rigassificatore, Piombino non si piega - di Riccardo Chiari

L’ultima riunione della conferenza dei servizi sul maxi rigassificatore da piazzare nel porto di Piombino sarà il 21 ottobre, il giudizio finale arriverà a fine mese. Ma a Montegemoli, avvertono i media locali, Snam ha acquistato un capannone e nel piazzale ci sono già le cataste di tubi d’acciaio da 46 pollici da utilizzare per la condotta interrata del gas, lunga 8 chilometri, che dal punto di innesto nella rete nazionale a Riotorto arriverà alla nave rigassificatrice Golar Tundra. Un gigante lungo 300 metri e largo 40, ben più grande del rigassificatore Olt Offshore operativo al largo di Livorno, a 22 chilometri dalla costa, in un’area totalmente interdetta alla navigazione almeno per un raggio di due miglia marine (quasi 4 chilometri), e costantemente sorvegliata. Per motivi di sicurezza, così come evidenziano le prescrizioni scientifiche adottate dalla Regione Toscana per dare l’ok all’impianto.

I comitati del No al maxi rigassificatore, dal Gazebo 8 giugno al comitato Salute pubblica, dopo aver portato fino a tremila persone in piazza ora si interrogano. Chiedono coerenza al partito vincitore delle elezioni che guiderà il governo. A Fratelli d’Italia, che a Piombino ha il volto del sindaco Francesco Ferrari, fiero oppositore del progetto. A Roma però la musica è ben diversa. Prima delle elezioni politiche, il presidente del consiglio Mario Draghi ha ripetuto: “Garantiamo tempi rapidi e certi per il rigassificatore di Piombino, è essenziale per questioni di sicurezza nazionale”. Una posizione raccolta dal parlamento, visto l’odg votato a Montecitorio con cui i deputati, quasi all’unanimità, hanno ribadito il concetto.

Eppure i rischi per la sicurezza e per l’ambiente restano, così come spiegano fra i tanti i Vigili del fuoco e anche la Cgil, con un nota dei segretari generali di Livorno e Grosseto. “Dopo l’incontro svolto con Snam - scrivono Monica Pagni e Fabrizio Zannotti - siamo nuovamente a segnalare le criticità evidenziate, dall’operatività del porto al raggio di rischio di eventuali incidenti gravi”. Su quest’ultimo aspetto, la Cgil è chiara: “Per quanto riguarda il raggio di rischio, tenuto conto che l’operatività del porto è fortemente legata a questo aspetto, riteniamo che questo sia sottostimato rispetto all’eventuale danno da incidente”.

“Noi non molliamo - annunciano a loro volta i comitati - perché questo impianto, pericoloso, inquinante e dannoso per la nostra economia, non aiuterebbe certo il Paese a superare l’inverno, sarebbe pronto almeno a maggio, né abbasserebbe il costo delle bollette, quello è salito e continuerà a salire grazie alla bolla speculativa nella quale siamo finiti. Questo progetto Snam, lacunoso, parziale, fatto male, non garantisce niente e nessuno. Questa localizzazione, ammesso e non concesso che servano questi impianti, è una follia, in un piccolo porto, a 800 metri dalle case, con un unico accesso e un traffico continuo di navi passeggeri e merci. Ecco perché resistiamo a questa follia”.


Dopo il voto, i comitati chiedono coerenza. A Fdi e al M5s

A Piombino alle elezioni politiche nei collegi uninominali il centrodestra con il 34,3% ha superato il centrosinistra al 32%. Il Pd è risultato il primo partito con il 24,6%, seguito da Fdi con il 22,7% e M5s con il 16,1%. Azione-Italia Viva si è fermata al 5,1%, superata da Unione Popolare al 7,3%, e anche da Sinistra-Verdi al 5,2%.
Nel complesso le forze politiche che, in Toscana come a livello nazionale, si stanno opponendo al progetto del maxi rigassificatore nel porto piombinese, e cioè Unione Popolare e Sinistra-Verdi, hanno avuto il 12,5%. A questa percentuale può essere aggiunto il 16,1% dei pentastellati, che una volta fuori dal governo del paese non dovranno più barcamenarsi come in questi mesi. Sul fronte opposto, Pd e Azione-Italia Viva, sostenitori del grande impianto di rigassificazione, hanno avuto anch’essi un risultato intorno al 30%. A completare il quadro il centrodestra, trainato da Fdi a cui ora i comitati del No al maxi rigassificatore chiedono coerenza, forti dell’opposizione del sindaco Ferrari che fa parte del partito di Giorgia Meloni.

“Di quelli che sono venuti in piazza - ricordano i comitati - diversi sono andati a governare e hanno detto espressamente che il progetto rigassificatore verrà valutato per la sua fattibilità o meno. Qualche promessa è stata fatta, e ci aspettiamo coerenza da chi ha vinto, e anche dai 5 Stelle. Perché ci vuole ben poco a capire che nel porto mancano le condizioni di sicurezza, non per caso impianti del genere sono stati sempre autorizzati fuori dai porti e dai centri urbani”. Aggiunge Maria Cristina Biagini del comitato Gazebo 8 giugno: “Qui Unione Popolare ha avuto un incremento e si è portata al 7%., perché è stata una delle poche forze che ha detto chiaramente di no al progetto”.
ri.chi


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