Contratti, Appalti, Umanità del Lavoro - di Federico Antonelli

La data dello sciopero intersettoriale del terziario è stata fortemente simbolica. Il 22 dicembre era l’ultimo venerdì prima di Natale, il week end per il mondo del commercio più importante dell’anno. Una scelta corretta e coraggiosa al tempo stesso.

Il coraggio è stato premiato: decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno riempito le piazze a Milano, Roma, Napoli, Cagliari e Palermo. Oltre alla folta presenza nei cortei, abbiamo raccolto moltissime adesioni e il consenso allo sciopero ha determinato una partecipazione diffusa e significativa in molti luoghi di lavoro.

Il mancato rinnovo del contratto incide in modo visibile sulla vita delle persone e la questione salariale ha smosso la coscienza e la volontà di molte e molti. Il merito era chiaro, riconosciuto e riconoscibile e tutti e chi è occupato nelle aziende del commercio, del turismo o dei servizi si è sentito rappresentato in questa lotta.

La reattività e il nervosismo delle aziende hanno aperto gli occhi e le orecchie di lavoratrici e lavoratori che, in passato, idealizzavano i propri datori di lavoro, pensandoli generosi e disponibili, ben più della realtà che si è mostrata in questi mesi.

Il lavoro della FILCAMS-CGIL, con le iniziative preparatorie dei mesi precedenti (ricordiamo che tutto ha avuto inizio a Firenze, il 3 e 4 maggio 2023 con l’iniziativa su “Mobilitazioni - Contratti, Appalti, Umanità del Lavoro”), ha permesso di consolidare nell’arco di alcuni mesi le iniziative sindacali tra le lavoratrici e i lavoratori: un impegno costante e senza arretramenti che ha prodotto il risultato della conoscenza delle ragioni dello sciopero e la loro approvazione, tra chi lavora.

Il rapporto con la Confederazione e le altre federazioni di categoria, che hanno partecipato con presenze visibili e importanti a tutte le nostre iniziative: un passaggio, questo, da considerare determinante anche per il futuro delle nostre rivendicazioni che, grazie alla forte connessione con le politiche confederali e le mobilitazioni della CGIL, possono trovare argomenti, sintesi e forza anche ai tavoli contrattuali fermi da troppi anni.

Adesso, dopo la bella giornata di sciopero, arriva il lavoro più complesso e decisivo. La ripresa delle trattative ripartirà con un nuovo slancio che dovrà condurre tutti i negoziati su un terreno diverso: il terreno del recupero del potere d’acquisto dei salari, della riduzione della precarietà, della umanizzazione dell’organizzazione del lavoro e del rispetto dei diritti di ogni lavoratrice e lavoratore, che non potranno più essere sacrificati sull’altare del profitto ad ogni costo.

Tutto il percorso di mobilitazione è stato unitario. Questo ci fa ben sperare per il proseguo delle vertenze. Dalle piazze si è levata una voce unica e forte: non è più il tempo!, contratti subito, contratti adeguati e rispetto per chi lavora.