Si fa presto a dire Europa - di Frida Nacinovich

In ordine sparso. L’Europa le ha provate tutte, sta pagando fior di miliardi alla Turchia per frenare l’afflusso di migranti sulle coste continentali, sta cercando di far altrettanto con la Tunisia.

Tutto inutile, migliaia di donne, uomini e bambini continuano a rischiare la vita per attraversare il canale di Sicilia e raggiungere la terra promessa. Fare muro non è servito, non poteva servire. E come sempre succede, di fronte ad un’emergenza endemica i singoli Stati giocano la partita in proprio, un macabro scaricabarile sulla pelle di chi ha l’unica colpa di essere nato nel continente sbagliato.

E al tempo stesso la conferma della debolezza politica di un’Unione che non ha un denominatore comune, se non quello di fare la guerra alla Russia, o di seguire pedissequamente le dottrine neoliberiste. Si fa presto a dire Europa, parafrasando il fortunato libro di Vittorio Zucconi dedicato agli Usa, poi però i nodi arrivano invariabilmente al pettine. E così, solo per restare agli italici confini, sulle coste della piccola isola di Lampedusa arrivano quotidianamente centinaia e centinaia di persone, che poi devono essere censite e trasportate nei centri di accoglienza, anch’essi stracolmi, sparsi nella penisola.

Una situazione fuori controllo, di fronte alla quale Bruxelles appare incapace di armonizzare le voci degli Stati membri. Anche la trimurti di destra che governa l’Italia, in questo contesto, si dibatte come un pesce spiaggiato, né più né meno come hanno fatto tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese negli ultimi anni. Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, recita un antico proverbio. Un mare sempre più affollato di chiatte, gommoni, barchini, e chi ne ha più ne metta.

Se non ci fossero le navi delle organizzazioni non governative che raccolgono e portano in salvo tanti migranti, il cimitero mediterraneo sarebbe ancora più affollato di quanto non lo sia già ora. Ursula von der Leyen rispolvera Mario Draghi per la ‘competitività’ europea e spinge per continui aiuti militari all’Ucraina, ma di migranti si guarda bene dal parlare. Si fa presto a dire Europa.


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