Noi non siamo equidistanti. Giustizia per la Palestina, pace per due popoli. Senza giustizia non c’è pace! - di Andrea Montagni

Nel 1945/47 centinaia di migliaia di ebrei sopravvissuti all’Olocausto nei paesi dell’Europa orientale e nei paesi occupati, e in Germania, trovarono rifugio in Palestina, dove dagli inizi del secolo si erano insediati coloni ebrei nonostante il contrasto dei colonialisti britannici.

Negli stessi anni, milioni di tedeschi furono costretti a lasciare le terre che abitavano in Est Europa, con l’eccezione dei tedeschi del Sud Tirolo, e a rifugiarsi in Austria e Germania.

La maggior parte dei compagni tedesco-orientali che ho avuto la sorte di conoscere nella mia attività internazionalista discendevano da famiglie originarie della Pomerania. Tutti i compagni palestinesi che ho conosciuto in quella stessa attività erano originari della porzione di territorio palestinese, che fu incorporata nello Stato d’Israele.

I tedeschi pagarono con l’esilio, i crimini dei loro governi, come i palestinesi pagarono e pagano la decisione dei regimi reazionari arabi che vollero impedire non solo la nascita di Israele, ma anche quella di uno stato palestinese… La classe dirigente di Israele, e la reazione araba, a guerra finita, portano la responsabilità della Nabka che seguì la fine di quella guerra.

Dal 1967 Israele non ha più rischiato di essere distrutta dai paesi arabi nemici. Ha siglato un trattato di pace con l’unica potenza regionale che poteva impensierirli (l’Egitto), ha continuato ad occupare la Cisgiordania, porzioni del territorio libanese e della Siria, fino ad annettersi Gerusalemme est e di fatto la Cisgiordania, dove ormai vivono più di seicentomila coloni statunitensi ed europei con cittadinanza israeliana.

La militarizzazione della società israeliana ha partorito un mostro che esercita la democrazia solo verso i cittadini riconosciuti come ebrei, che è arrivata nel corso di 56 anni a proclamare Israele “Stato della Nazione ebraica” e che opprime, sotto un tallone di ferro, la popolazione araba di Palestina e discrimina come cittadini di serie b gli arabi di Israele.

La politica israeliana – con l’appoggio degli Stati Uniti – ha favorito gli islamisti a danno delle forze laiche e progressiste. Hamas è figlio della politica israeliana!

Israele, dicono, “ha diritto di difendersi”. No! Israele ha il dovere di fare la pace!

Qual è la via di uscita? Non lo sappiamo.

Sappiamo però che le armi devono tacere; sappiamo che la rappresaglia è legge di guerra dei fascisti e dei colonialisti; sappiamo che anziani, donne e bambini sono sempre le vittime privilegiate della violenza.

I bambini morti nelle incubatrici nella notte del 27 ottobre, quando Israele ha tagliato luce, acqua e gas nella Striscia di Gaza gridano: avevamo il diritto di vivere.

Tregua subito.

Con la Palestina nel cuore.


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