Questo Primo Maggio - di Giacinto Botti

Il significato del Primo Maggio, festa internazionale del lavoro, è scritto nella storia del movimento operaio. Vietata dal regime fascista, ripristinata con l’avvento della Repubblica grazie alla lotta di Liberazione e agli scioperi del ’43, pagati con la deportazione di migliaia di lavoratori nei campi di concentramento, oggi è più che mai attuale nei suoi simboli e nel valore solidale.

Questo Primo Maggio dovrà cogliere la spinta di tanti giovani a battersi per il futuro del pianeta, consapevoli di essere a un bivio tra autodistruzione e impegno per fermare l’inquinamento, l’avvelenamento della terra, il surriscaldamento del clima. Battersi per la riconversione produttiva e per un modello di sviluppo sostenibile. Difendere il pianeta insieme al diritto al lavoro di qualità e con diritti, per la salute e la prevenzione contro le troppe morti sul lavoro, per un futuro migliore.

Un Primo Maggio per ricordare al tempo stesso il ruolo della classe lavoratrice nella conquista della pace, della democrazia, della giustizia, dei diritti sociali e politici sanciti dalla Costituzione, in un’Italia e un’Europa che vedono avanzare la destra nazionalista, razzista e fascista.

La pace assume un valore dirimente in questa fase, nella quale è reale il rischio di un’escalation incontrollata del conflitto in Libia, con la corresponsabilità di tanti governi e l’inaccettabile inconsistenza di ruolo di mediazione politico-diplomatica dell’Europa e dell’Italia. Ecco perché va riaffermato l’impegno di sempre del movimento dei lavoratori nella lotta per la pace e per il disarmo.

La Cgil, come sempre, è in campo con le sue bandiere, la sua identità sociale e generale, il suo progetto per il futuro del paese.


Email