Organizzare la classe lavoratrice - di Federico Antonelli

Il 25 aprile e il primo maggio sono per noi le feste più belle. La liberazione dal nazifascismo e la festa delle lavoratrici e dei lavoratori ci permettono di ragionare in termini generali di politica e di lavoro, uscendo dalla contingenza della contrattazione e delle iniziative confederali in programma.

In questo numero di Reds affrontiamo il tema della contrattazione da due versanti: quello generale di principio, con l’articolo di Andrea Montagni, e quello della valutazione dell’accordo siglato nella cooperazione scritto da Luigi Celentano, delegato di Unicoop Toscana.

In entrambi gli articoli si comprende come il valore dei rinnovi contrattuali non è soltanto nel risultato salariale raggiunto (tema centrale), o nel giudizio sulla parte normativa dei contratti che non ha subito scambi negativi per lavoratrici e lavoratori. Il valore di questi rinnovi sta nella lotta messa in atto in queste settimane e mesi, risultato della capacità organizzativa della FILCAMS CGIL. Perché noi abbiamo il dovere di ricordare sempre qual è la funzione principale del sindacato: l’organizzazione della classe lavoratrice.

Per qualcuno parlare di classe è linguaggio vecchio e superato: ma se si perde il proprio riferimento sociale, se non si ha ben presente dove volgere il proprio sguardo per cercare volti amici e solidali e non si orienta la nostra azione in rappresentanza di interessi economici e sociali di classe siamo destinati a diventare una cosa diversa: non sindacato generale, ma organizzazione di benevolenza dal tratto certamente corporativo. Non ne abbiamo bisogno: se oggi al governo ci sono forze politiche reazionarie e anche perché la politica progressista ha perso la capacità di organizzare le masse lavoratrici.

Non scordiamocene, noi, perché è questa la nostra missione primaria.


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