Unicoop, il primo sciopero per l’integrativo - di Francesco Taddei

Mai dimenticare la nostra storia. Che è fatta di grandi cose realizzate da uomini e donne comuni

Prima degli anni ’80 era difficile trovare a Fucecchio chi andava a lavorare alla Coop; in fabbrica si faceva festa il sabato e la domenica e, fino al 1980, si guadagnava molto di più. Infatti aprimmo con la maggior parte del personale da fuori. Quello era il CCNL e il contratto aziendale doveva tenere conto che la costituzione dell’Unicoop-Firenze, con la fusione fra le nostre cooperative paesane, l’avevamo fatto solo qualche anno prima e c’erano da pagare gli investimenti sulle nuove strutture.

Non deve certo essere stata vita facile per i nostri amministratori in quei primi anni di partenza. Nel 1980 però le cose andavano discretamente: gli utili ci permettevano di sentirci più sicuri e di poter rivendicare adeguamenti salariali e un’organizzazione del lavoro migliore che, secondo noi, consentiva migliori condizioni di lavoro e maggiore sviluppo della Cooperativa.

Con il compagno Marcello Filindassi, Segretario del Consiglio Sindacale Aziendale, si presenta, dopo la discussione e l’approvazione con i lavoratori di ogni negozio, la piattaforma rivendicativa per il nuovo C.I.A.. La Direzione Aziendale ritiene la piattaforma assurda, dice che non ci sono ancora le condizioni per quelle rivendicazioni. Noi invece siamo convinti che solo con quella nuova proposta di organizzazione del lavoro e di adeguamento salariale l’azienda può svilupparsi di più e meglio e in sicurezza e i lavoratori avere dei benefici importanti che li facciano sentire nel lavoro protagonisti con meno sacrifici e possano avere un salario migliore.

E’ per noi una grande battaglia, che non riguarda solo noi ma lo stesso sviluppo della Cooperativa. Il confronto non trova sviluppi e noi abbiamo una sola possibilità: ricorrere allo sciopero generale, il 1° sciopero in cooperativa. Molti di noi si sentono male a pensare allo sciopero nella nostra Cooperativa, ma non ci sono alternative. Perché noi siamo convinti che quelle nostre rivendicazioni non riguardano solo noi ma lo sviluppo futuro della nostra azienda cooperativa. Siamo quindi costretti a proclamare lo sciopero generale, il 1° sciopero. Certo, è una scommessa grande, se si perde ci vorrà tempo per riprendersi, Ma noi, a differenza di tanti nostri dirigenti aziendali per i quali lo sciopero in Cooperativa è uno scandalo e che sono convinti che i lavoratori non parteciperanno allo sciopero, nelle assemblee abbiamo sentito i lavoratori convinti della piattaforma presentata. Il giorno dello sciopero il palazzo dei congressi a Firenze è stracolmo di lavoratori e i negozi sono chiusi. Abbiamo vinto.

E’ stata una battaglia fondamentale ma avevamo ragione: la cooperativa conosce un nuovo e più avanzato sviluppo e con la nuova organizzazione del lavoro i lavoratori si sentono e sono più protagonisti del proprio lavoro con un salario dignitoso.


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