“Il contratto ci spetta” - di Chicca Fiore

L’Assemblea nazionale dei delegati FILCAMS, FISASCAT e UILTUCS

una giornata importante. Venerdì 22 luglio eravamo più di mille, tra delegati, funzionari, segreterie territoriali e regionali, oltre a tutte le strutture nazionali riuniti a Bologna per dire che nel mondo dei servizi non è più il momento di aspettare: i contratti nazionali non sono un’opzione possibile, ma un diritto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Infatti, lo slogan scelto, “il contratto ci spetta”, non lascia spazio a dubbi. E in questo caso si parla di contratto nazionale del terziario, della distribuzione organizzata, della distribuzione cooperativa, del turismo, della ristorazione collettiva e commerciale, degli studi professionali, dell’acconciatura ed estetica e degli studi professionali. Un mare di persone che si ritrovano ancora senza rinnovo del contratto nazionale e che vedono le proprie condizioni materiali peggiorare a causa di un’inflazione galoppante (secondo termini giornalistici obsoleti) che erode la propria capacità di spesa.

Ricordo quando la politica dei redditi divenne lo strumento utile a portare l’Italia in Europa. Molti di noi dissero che quella politica avrebbe ucciso la nostra capacità di spesa; e le politiche redistributive, basate sulla contrattazione aziendale, non sarebbero state efficaci per la tutela del salario delle lavoratrici e dei lavoratori. Molte cose sono cambiate, ma quella critica ora è patrimonio comune e la nostra categoria, che sottoscrive diversi contratti di settori deboli, ne è la testimonianza vivente. Il contratto nazionale, con le sue discussioni sui parametri di adeguamento economico, legati all’IPCA depurato dei costi energetici, già farraginoso e complesso da comprendere e messo in discussione dalle controparti, segna il passo. Lo fa per i quantitativi economici bassi rispetto alle necessità, e soprattutto per i ritardi gravissimi nella sottoscrizione degli accordi. Ritardi che condizionano tutto.

FILCAMS – FISASCAT - UILTUCS hanno deciso di alzare la voce e il grido, sostenuto dai delegati, e rappresentato dalle segreterie nazionali, si è alzato forte e chiaro. Non è più accettabile il rinvio nel rinnovo dei contratti nazionali e serve la mobilitazione. Azione questa che per noi, per la FILCAMS, si inserisce a pieno titolo nella discussione confederale sull’emergenza salariale. Emergenza che la confederazione sta ponendo al centro della propria azione con alcune iniziative in cui noi, come categoria in prima linea, abbiamo l’obbligo di essere protagonisti.

La proposta di legge sul salario minimo, integrato al sostegno alla contrattazione, è per noi vitale (lo dimostra il rinnovo del contratto della vigilanza), così come nella prossima assemblea confederale del 12 settembre dovremo alzare la voce su cosa significa il contratto nazionale nei nostri settori e come è necessario difenderlo in una battaglia generale per i salari, i diritti e la dignità del lavoro.

L’assemblea di Bologna è stata aperta dall’intervento del Segretario Generale della UILTucS, che ha fissato nella mente dei partecipanti alcuni temi centrali come il salario, la precarietà del lavoro, l’organizzazione dei turni di lavoro con troppa flessibilità, troppe domeniche, troppo part-time involontario che opprime i nostri settori. Il Segretario Generale della FISASCAT ha ragionato sulla necessità di strumenti (come la detassazione degli aumenti contrattuali) che la politica deve mettere a disposizione della contrattazione nazionale.

Il nostro Segretario, Fabrizio Russo, ha chiuso l’assemblea con l’appello alla mobilitazione. Se i rinnovi dei nostri contratti non arrivassero in tempi brevi dovremo continuare la lotta senza tentennamenti.

I diversi interventi dei delegati e delle delegate hanno rilanciato le parole d’ordine dell’iniziativa. Simona Bracci di Unicoop Tirreno, Giulietta Pila, impiegata presso la mensa dell’università di Cagliari, Simona Zucca della CGT e Beatrice Moia, delegata di Amazon… le delegate delle FILCAMS hanno raccontato il disagio dell’attesa, troppo lunga e faticosa per chi lavora part-time senza volerlo, impiegate con il salario bloccato o senza novità sul piano normativo e contrattuale a fronte di multinazionali potenti che producono utili immensi senza redistribuzione di tanta ricchezza.

Ora è auspicabile che, oltre alla bella iniziativa di Piazza Lucio Dalla a Bologna, la lotta torni nei luoghi di lavoro, là dove le persone sentono maggiormente il bisogno di aiuto. Una nuova campagna di assemblee, una nuova iniziativa di coinvolgimento, un rinnovato spirito partecipativo dovrà essere il vero patrimonio di questa giornata.
La FILCAMS ci crede. Speriamo che lo spirito unitario rafforzi ancora questa nostra forte spinta politica ed emotiva, che sarà la sola strada verso il rinnovo dei contratti nazionali ancora sospesi e di tutta la tenuta contrattuale futura.