La lotta per la pace, mai smarrirne la centralità! - di Giacinto Botti

Siamo in presenza di una crisi internazionale più grave di quanto si possa pensare.

L’alleanza delle forze democratiche, di cui facciamo parte come CGIL, costituita in difesa della democrazia e degli assetti istituzionali contro l’autonomia differenziata e il premierato, non è, purtroppo, unita sulla politica internazionale e sulle guerre in atto in Medio Oriente e nel cuore dell’Europa. Non per questo la CGIL deve rinunciare alla sua autonomia di giudizio e di azione per la Pace, contro le guerre e le scelte belliciste italiane ed europee.

Le decisioni assunte nel vertice NATO a Washington ripropongono lo scontro geopolitico ed economico, quando non di civiltà, tra un fantomatico Occidente sotto attacco e potenze come la Cina e la Russia. Questi politici guerrafondai parlano solo di “guerra fredda” e di “economia di guerra”, succubi della narrazione di una NATO che è al servizio degli USA. Pensano irresponsabilmente di inglobare l’Ucraina nella Nato: sono folli e ipocriti. Si indignano per i missili russi sull’ospedale pediatrico di Kiev, ma tacciono e coprono i crimini compiuti dallo Stato di Israele: non una parola sulle stragi e il genocidio in atto contro il popolo palestinese, nessuna pietà verso i 14mila bambini uccisi dai missili e dalle bombe occidentali in mano a Netanyahu. La guerra, come diceva Gino Strada, è un crimine. La nuova Europa che abbiamo eletto viola i suoi principi e valori di Pace, di diplomazia e democrazia.

Cina e Russia sono considerate paesi nemici degli USA. Due superpotenze essenziali per il progresso economico, industriale e sociale dell’Europa e dell’Italia. L’Occidente è perdente nella competizione economica e dell’innovazione con la Cina che, tra altro, sta acquistando aziende italiane ed europee e rimane il maggior detentore delle obbligazioni del Tesoro americano: una nazione che deve rifinanziare un debito del 135% del proprio PIL.
Abbiamo come sinistra sindacale molto da dire.

La pace non è condizione naturale della democrazia, e la guerra deve rimanere al centro della nostra mobilitazione e riflessione.

Nelle molte prese di posizione della CGIL nazionale e nelle pagine di “Collettiva”, il tema della guerra in Europa e dei pericoli di un conflitto su scala mondiale tra superpotenze viene rimosso. Non c’è una denuncia forte delle scelte del governo di destra di aumentare al 2% del Pil le spese militari, mentre si tagliano quelle sociali e si favorisce l’economia di guerra. Non si dice nulla sulla decisione di ospitare i missili USA sul territorio italiano per “deterrenza” contro la Russia. Silenzio sulla scelta di inviare ancora armi in Ucraina, missili a lunga gittata e aerei F16, per incendiare l’Europa e continuare il massacro del popolo ucraino, in spregio alla nostra Costituzione che va difesa e applicata anche a partire dall’articolo 11 che ripudia la guerra.


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