Pace e guerra: questioni dirimenti. La CGIL è chiamata a coerenza - di Giacinto Botti

La situazione internazionale si aggrava ogni giorno. Il conflitto militare, economico e commerciale si estende. La guerra è anche nel cuore d’Europa.

A nulla son servite due guerre mondiali, decine di milioni di vittime, distruzione di città e territori. L’Europa – Italia compresa – è ferma all’idea di una civiltà superiore che giustificherebbe le guerre come “contingenti necessità” con il fine di “esportare la democrazia”. Siamo ancora lì, dai tempi della guerra nella ex Iugoslavia!

L’Europa è priva di una autonoma politica estera, incapace di indicare percorsi e promuovere soluzioni per la pace tra Ucraina e Russia, tra Israele e Palestina, basate sulla diplomazia, il diritto e la giustizia, per un nuovo equilibrio tra le potenze, che definisca un rinnovato ordine mondiale.

L’Europa, l’Italia stanno alimentando la guerra e ripudiando la Pace inviando armi e opponendosi a qualsiasi soluzione diplomatica. Siamo al tradimento della nostra Costituzione che ripudia la guerra! Sulla politica estera e sulla guerra anche nel fronte progressista di opposizione siamo in presenza di evidenti differenze politiche: le opposizioni non possono essere rimanere silenti o peggio, complici.

La politica rimuove le responsabilità dell’Occidente, per coprire, giustificare le rappresaglie, il terrorismo di Israele, le decine di migliaia di palestinesi che vengono ammazzati, messi alla fame, privati di ogni assistenza, giorno dopo giorno. Eppure la soluzione sarebbe a portata di mano oltre l’odio e il razzismo: il riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. La soluzione è di fronte agli occhi del mondo dal 1948!

La politica alimenta la guerra per procura in Ucraina, quella che contrappone frontalmente NATO e Russia… NATO, Ue e Italia sempre più coinvolte in una guerra combattuta con sofferenze crescenti e suo malgrado dal popolo ucraino. Il diritto dell’Ucraina a indipendenza e integrità territoriale passa per la democratizzazione dello stato ucraino, il riconoscimento dei diritti nazionali dei suoi cittadini, la libertà politica e religiosa, la neutralità e la trattativa. La soluzione che doveva essere adottata già nel 2014!

I pericoli maggiori di coinvolgimento diretto arrivano dal conflitto Ucraina-Russia.

L’Europa, sarà il teatro possibile di una guerra nucleare.

Senza la pace e un nuovo assetto internazionale ci sono solo guerra, inciviltà e diseguaglianza: nessuna prospettiva per un mondo migliore e per un futuro di vita e di lavoro per le nuove generazioni.

È sempre più forte il bisogno che la CGIL coniughi l’agenda sociale e i contenuti della piattaforma rivendicativa con il contrasto forte alla guerra e la riaffermazione del bisogno assoluto di Pace.

Lo ribadisce l’ordine del giorno - presentato all’assemblea generale CGIL di fine luglio dalle compagne e dai compagni di Lavoro Società e assunto dalla Presidenza -nel quale si esprimeva preoccupazione per l’evolversi della situazione internazionale, denunciando come ormai si sia in un’economia di guerra.

La CGIL - in quell’ordine del giorno - ha ribadito l’urgenza di rimettere al centro della sua rivendicazione politica e sociale il contrasto alle guerre e il bisogno di pace, di contrastare le scelte del governo con una politica che finanzia la guerra, ma taglia pensioni e peggiora il sistema previdenziale, privatizza e toglie risorse a sanità e a scuola pubblica, riducendo così crescita, qualità dell’occupazione e del sistema produttivo, tutela dei diritti politici e sociali.


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