Oltre mezzo secolo fa, precisamente dal 18 al 21 marzo 1960, si tenne a Roma il Congresso che diede origine alla nuova Federazione dei lavoratori del commercio, alberghi mensa e servizi denominata Filcams (di cui pubblichiamo il manifesto di un convegno svoltosi nel 1965).
Le Federazioni che con la loro unificazione diedero vita alla FILCAMS furono la FILAM (Federazione italiana lavoratori alberghi e mense) e la FILCEA (Federazione italiana lavoratori del commercio e aggregati) frutto a loro volta di precedenti accorpamenti tra le categorie di settore costituitesi dopo il crollo del regime fascista.
Lo statuto approvato dal Congresso sancì l’adesione della FILCAMS alla Cgil, riconobbe l’esistenza delle correnti interne, definì l’organizzazione interna e le attribuzioni degli organi dirigenti nazionali.
Lo Statuto prevedeva il Congresso, come massima istanza della Federazione, il Comitato direttivo, il Comitato esecutivo e la Segreteria. Il Comitato direttivo di 41 membri era eletto in ambito Congressuale. Il Comitato direttivo a sua volta eleggeva il Comitato esecutivo (composto da 19 membri) e la Segreteria (costituita da quattro membri oltre al segretario generale). Come primo Segretario generale venne eletto Alieto Cortesi.
A tali organi dirigenti si aggiungevano quelli di controllo formati dal collegio dei Sindaci e dei Probiviri.
Le motivazioni che portarono alla nascita della Filcams scaturivano dal profondo cambiamento avvenuto nei comparti produttivi nei primi decenni del dopoguerra dovute ad una mutata struttura economica (concentrazioni aziendali, nascita di nuove attività e dismissione di altri settori) che rendevano superato e non più rispondente alle necessità l’assetto contrattuale creato subito dopo la guerra.
Fu, infatti, la stesura delle piattaforme e le lotte per il rinnovo dei molti contratti (diversi scaduti da anni) che impegnò in modo pressocchè totale l’attività della nuova Federazione nei primi anni di vita.
L’indirizzo scelto, pragmaticamente, dalla FILCAMS fu quello di cercare, per quanto possibile, di estendere le conquiste ottenute nei comparti più avanzati (riduzione d’orario a parità di salario, miglioramento del trattamento in caso di infortunio e malattia, parità salariale, ecc.) a quelli meno evoluti. Un altro fronte che impegnò fortemente la categoria fu quello relativo all’estensione della validità dei contratti a tutti i lavoratori tramite l’applicazione della legge n.741 del 1959 detta “erga omnes”. Questa legge prevedeva il recepimento dei contratti all’interno di leggi specifiche che li rendevano vincolanti per tutti i datori di lavoro. Altro rilevante impegno fu quello profuso per far approvare la legge sulla “giusta causa” per la tutela dei lavoratori contro i licenziamenti ingiusti e ingiustificati.
Un significativo risultato ottenuto con il contratto del commercio fu la cosiddetta settimana corta con la quale si ottenne una mezza giornata di chiusura infrasettimanale.
Ma l’obiettivo più ambizioso, in ambito contrattuale, era quello della conquista della contrattazione integrativa in alcuni settori. Per realizzare questi obiettivi la categoria fu impegnata in numerosi scioperi e manifestazioni (circa 1 milione di ore per il 1960) per sostenere le piattaforme contrattuali e far accettare le richieste alle controparti.
Le competenze sulla contrattazione spettavano alla Filcams nazionale, per gli aspetti normativi, e alle Federazioni provinciali, per quelli retributivi.
Calogero Governali
Centro documentazione e Archivio storico Cgil Toscana