A Firenze lo stato di agitazione dei servizi di portierato
Cominciamo dalla fine: pochi giorni fa la gara d’appalto per le Portinerie della Regione Toscana è stata sospesa. Si tratta di un’importante vittoria per i lavoratori che garantiscono ogni giorno quei servizi; una vittoria che conferisce forza alla loro battaglia inducendoli a proseguire sulla strada della lotta per i diritti.
Ma se sè arrivati a questo primo, importantissimo risultato lo si deve alla tenacia con cui lavoratrici e lavoratori, sostenuti dai sindacati di categoria (Filcams, Fisascat e Uiltucs), hanno ribattuto ai propositi di chi intendeva coniugare i tagli alla già insostenibile politica degli appalti. Tenacia che li ha condotti a proclamare lo stato di agitazione e sciopero con presidio il 23 e 24 maggio, come penultima tappa (prima della sospensione della gara) di un lungo percorso di lotta: “Tutto ciò si è reso necessario – avevano spiegato i tre sindacati in una nota – per esprimere il nostro forte dissenso a fronte delle preoccupazioni riconducibili alle condizioni contenute nel bando di gara: massimo ribasso; non indicazione del Ccnl attualmente presente; clausole di salvaguardia; livelli occupazionali; mantenimento condizioni economiche retributive”. Queste condizioni, avevano lamentato i sindacati, “avranno gravissime ricadute economiche sulle retribuzioni dei lavoratori interessati, posto che, ad oggi, non abbiamo alcuna certezza del mantenimento degli attuali livelli occupazionali e neppure del mantenimento dell’attuale monte ore”.
La scelta della Regione, proseguiva il comunicato delle tre sigle di categoria, “ha un solo scopo, quello del risparmio, che di fatto contraddice non solo quanto sempre concordato e praticato tra istituzioni, Regione Toscana in testa, e organizzazioni sindacali in tema di garanzie per i lavoratori in caso di cambio di appalto e/o cambio di affidamento dei servizi, ma, cosa ancor più grave ed inspiegabile, la stessa legge regionale sugli appalti”.
La trattativa è stata “dura”, spiega a Reds Annarosa Picchioni, delegata Rsa Cgil, “tra incompetenze, frasi offensive rivolte a lavoratori pagati mille euro al mese, mancanza di rispetto e indifferenza del dolore e della delusione che ‘i tagli partendo dal basso’ ci provocano. Ci ripetevano – ricorda la delegata Filcams – che la Regione deve risparmiare e che mantenerci un contratto così ricco (?), quello del commercio al V° livello, sarebbe stato troppo a fronte del fatto che sono soldi pubblici e vanno spesi bene. Non ci siamo arresi, abbiamo discusso e controbattuto”.
Delle giuste argomentazioni dei lavoratori si sono accorti tutti quei cittadini che “si fermavano al presidio e ci mostravano tutta la loro solidarietà”, così come i partiti della sinistra, che hanno sostenuto la battaglia contro le politiche della Regione. “Avanti ancora a schiena eretta – conclude Annarosa Picchioni – col sorriso di chi non ha perso la dignità: altri dovranno abbassare il capo, altri si dovranno vergognare”. Tra questi merita una citazione anche l’inquilino di palazzo Chigi, visto che il governo Monti ha peggiorato la normativa sugli appalti.
Paolo Repetto