Autogrill è una delle poche multinazionali italiane che ha avuto la capacità di affermarsi nel mondo, tant’è che oggi conta oltre 60 mila dipendenti di cui poco più di 1/6 in Italia. Il bilancio di Autogrill è in attivo; eppure negli ultimi mesi ha minacciato circa 90 licenziamenti sul territorio nazionale.
Autogrill, circa 11 mila dipendenti assunti a tempo indeterminato in Italia, assume ogni anno migliaia di lavoratori a tempo determinato per coprire le necessità operative (carenze di organico, periodi di maggior lavoro, ferie, assenze di vario tipo). Ci troviamo di fronte ad un’azienda che mentre licenzia lavoratori a tempo indeterminato continua ad assumere lavoratori precari anche per soli 14 giorni.
E’ proprio a partire da questo dato che è iniziata la mobilitazione unitaria che ha visto presidi e scioperi. Un uso massiccio di internet e dei mass media che si è affiancato alle classiche assemblee e volantinaggi. Le iniziative hanno portato a un primo risultato. L’azienda ha cambiato atteggiamento, si è raggiunto un accordo per la cassa integrazione su Roma e si è concordata la ricollocazione del personale di Milano Bisceglie, di Brescia e di altre sedi.
Se si trattasse del rinnovo di un contratto potremmo dire di aver avuto successo avendo ottenuto il 60% di quanto richiesto, ma qui ci sono in ballo i licenziamenti e discutiamo ancora di 32 lavoratrici e lavoratori (7 a Milano e 25 a Bologna) che da un giorno all’altro si vedono buttati fuori dalla azienda per la quale lavoravano. Un sindacato che voglia fare il proprio mestiere non può lasciar correre, né limitarsi alla tutela legale dei lavoratori.
Autogrill ha voluto provare a fare quello che molte aziende, seppur non in crisi, stanno facendo: sfruttano il clima di paura ingenerato dalla crisi del paese per ridurre diritti e salari dei lavoratori. In questo caso si è tentato - utilizzando un problema oggettivo (il venir meno di alcune unità produttive) - di espellere lavoratori anziani assunti a tempo indeterminato per sostituirli con personale precario.
In Lombardia la vicenda riguarda i lavoratori della mensa di via Caboto a Corsico. Si tratta di 6 donne tutte con figli (una con bambino di 9 mesi, quindi illicenziabile secondo la legge) e di un lavoratore con ridotte capacità lavorative.
E’ facile capire che non sarebbe stato difficile ricollocare i lavoratori in altre sedi di lavoro in città e provincia. Proprio a fine luglio l’azienda ha comunicato l’assunzione media mensile di 75 dipendenti a tempo determinato al mese, nel 2011, e, sempre nel 2011, 140mila ore tra straordinario e lavoro supplementare (pari a circa 70 lavoratori full time). Questo significa che per far fronte alle necessità operative Autogrill ha avuto necessità di utilizzare un monte di ore pari a oltre il 11% dei dipendenti assunti a tempo indeterminato.
Quasi che l’azienda abbia voluto accanirsi contro queste lavoratrici perché una volta licenziate hanno avuto il coraggio di opporsi e contestare insieme al sindacato quanto fatto dall’azienda, oppure che abbia voluto discriminarli (6 lavoratrici madri e uno con ridotte capacita lavorative). Ai primi di giugno i licenziati di via Caboto hanno scritto una lettera a Gilberto Benetton, presidente di Autogrill, ma non vi è stata alcuna risposta. Così come alcuna risposta è stata data alle richieste fatte dal sindacato per una loro ricollocazione.
Per noi della Filcams Lombardia è un problema di principio: se si consente ad aziende non in crisi, che si vantano della certificazione di responsabilità sociale, di agire in questo modo, ci si mette sul piano inclinato che porta alla completa sudditanza dei lavoratori alle esigenze “dichiarate” dalle imprese.
Riteniamo che la vicenda debba essere risolta sindacalmente e politicamente, prima che ancora che dai tribunali.
Per questo, da un lato abbiamo richiesto l’intervento delle consigliere per le pari opportunità delle istituzioni coinvolte e procederemo a segnalare agli enti certificatori e di controllo della SA 8000 quelle che riteniamo violazioni agli impegni sottoscritti da Autogrill, dall’altro continuerà l’iniziativa sindacale di denuncia del comportamento dell’azienda.
A fine giugno abbiamo diffuso 20 mila volantini ai lavoratori e clienti che hanno frequentato le sedi Autogrill della Lombardia denunciando il comportamento dell’azienda, e a settembre continueremo nelle iniziative. Perché se per qualche azienda i lavoratori sono usa e getta per noi non è così.