A proposito della polemica Filcams-Mc Donald’s
La voracità mediatica ha già inghiottito una polemica che la stampa ha ampliato, dopo una presa di posizione della Filcams nazionale che contestava una campagna promozionale di Mc Donald’s Italia. L’azienda vantava come dato positivo 3mila nuove assunzioni nei propri punti ristoro e di avere personale assunto solo a tempo indeterminato a cui verrebbe applicato il contratto collettivo nazionale di settore. Le affermazioni dell’azienda nascondono una realtà fatta all’80% di assunzioni a tempo parziale, con orari particolarmente difficili.
Il clamore mediatico è durato poco. Peccato. Perché parlare approfonditamente delle condizioni di lavoro in Mc Donald’s ci permette di parlare della qualità del lavoro, della flessibilità della prestazione lavorativa e della precarietà del reddito. E della distanza che separa il punto di vista dei lavoratori da quello delle aziende.
Che cosa dovrebbe essere il contratto a tempo parziale? Un modo di lavorare che tenendo conto delle esigenze di flessibilità della prestazione oraria delle aziende concilia questa esigenza con quella dei lavoratori, in particolari momenti della loro vita, di rendere il lavoro stesso compatibile con altre attività: crescere dei figli, il lavoro di cura, lo studio, o altro ancora. Un’opportunità tanto per l’aziende che per il lavoratore: quando fu introdotto rappresentò una conquista.
Oggi è diventato uno strumento in mano alle aziende. Un lavoratore condannato al tempo parziale orizzontale o verticale, giornaliero, settimanale, plurisettimanale è un lavoratore che non ha più autonomia nella vita. Di questo si sarebbe potuto parlare. Se il furore mediatico non si fosse rapidamente spento.
E allora avrebbero preso la parola per dire la loro i 16mila dipendenti di Mc Donald’s Italia, compresi quelli che soltanto pochi mesi fa in Lombardia hanno dovuto difendere i loro contratti a tempo pieno dal tentativo dell’azienda di procedere all’eliminazione di questa “eredità” di una stagione in cui i diritti del lavoro valevano quanto i diritti dell’azienda. Ripristinare la dignità del lavoro, anche questo è il Piano per il lavoro della Cgil!