Anche tra di noi - intendo dire all’interno della Cgil - le ragioni dei lavoratori del commercio sembrano talvolta trascurabili. Infatti molti settori lavorano da sempre durante le domeniche e i festivi e quindi non si comprende la contrarietà della Filcams a riguardo. Bisogna ricordare che da sempre nel commercio si lavora la domenica, ma ciò che è cambiato con la liberalizzazione totale degli orari - oltre al numero di domeniche e festivi lavorati - è che la liberalizzazione ha riguardato anche l’orario di lavoro delle aziende della Grande Distribuzione Organizzata, le quali considerano il dipendente non più disponibile al lavoro festivo bensì totalmente a disposizione dell’azienda per il lavoro festivo: non è una differenza di poco conto.
Sono dunque a disposizione la domenica, i festivi o le notti per svolgere lavori di pubblica utilità nel settore della sanità o nei trasporti? No, semplicemente per vendere prodotti alimentari e non. Emblematico il caso di un Carrefour market di Milano aperto anche la notte…: non stiamo parlando del modello inglese che prevede la chiusura serale dei negozi dalle 17,30-18,00 e quella totale la domenica; parliamo di Milano che, dal punto di vista degli orari commerciali, offre possibilità infinite dall’alba al tramonto per 365 giorni all’anno. Insomma, una riflessione sul modello di consumo e di società ad esso legata è d’obbligo.
Lo sanno bene le moltissime lavoratrici del commercio che al momento dell’assunzione hanno firmato una clausola contrattuale che le obbliga al lavoro domenicale e festivo e che con il decreto “Salva Italia” si sono trovate a dover lavorare tutte le domeniche senza alternativa. Molte aziende da subito hanno dichiarato di non poter sostenere i costi di nuove assunzioni o di lavoro straordinario e quindi hanno semplicemente spostato gli orari sul fine settimana; molte altre hanno aperto procedute di mobilità e altre ancora hanno disdettato la contrattazione aziendale. Con estrema difficoltà si sono realizzati pochi accordi di programmazione del lavoro domenicale e festivo, la (poca) contrattazione è sempre più difensiva e la possibilità di conciliare tempi di lavoro e tempi di vita è sempre più limitata. Nonostante ciò, in tutti i territori la Filcams è presente con iniziative di contrasto alla precarizzazione degli orari di lavoro e con la richiesta pressante di accordi che regolino il lavoro domenicale e festivo.
Il lavoro domenicale e festivo nel commercio non può però essere ridotto soltanto ad un problema di categoria. Franco Martini e Susanna Camusso in molte occasioni hanno evidenziato le problematiche di questo settore e da noi deve partire una riflessione più ampia. Molti clienti di un supermercato o ipermercato sono anche lavoratori, nostri lavoratori, che spesso ignorano che la cassiera o l’addetto al banco di gastronomia alla domenica lavorano per imposizione e non per contrattazione dei turni e degli orari di lavoro: è arrivato il momento non solo di riflettere a casa nostra, ma anche di creare cultura alternativa su come si intendono i tempi di vita e tempi di lavoro. Questo percorso vogliamo e dobbiamo farlo con la Cgil tutta.
Il 25 aprile a Milano abbiamo partecipato al corteo per celebrare la Liberazione distribuendo il diploma del “buon consumatore”, apprezzato anche dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e dal Sindaco di Milano Giuliano Pisapia: è stato emozionante essere applauditi dai reduci dei campi di concentramento e dai partigiani: quella solidarietà ha rafforzato la nostra determinazione nel proseguire una battaglia che non è solo sindacale e di settore ma che ha già coinvolto la parte più sana e sensibile di questo Paese.