Una piattaforma e regole di consultazione unitarie
l 18 giugno si è tenuta la riunione degli esecutivi di Filcams, Fisascat e Uiltucs che ha varato la piattaforma per il rinnovo dei ccnl commercio-terziario e distribuzione cooperativa.
Quello che ci aspetta è un percorso molto difficile, mitigato in parte dalla ritrovata unità sindacale che non deve mai farci dimenticare le donne e gli uomini (le loro aspettative e i loro bisogni) che rappresentiamo.
Prima di entrare nel merito dei contenuti della piattaforma è interessante osservare gli umori e le aspettative di chi attualmente lavora nel settore del terziario e moderna distribuzione organizzata. Infatti a questi importanti rinnovi ogni lavoratrice e lavoratore del settore arriva con percorsi diversi: c’è chi il contratto separato (mi riferisco a quello vigente del terziario) lo ha subito e chi lo ha considerato il massimo ottenibile in un contesto di crisi conclamata, tutti sicuramente avremmo voluto un contratto diverso…
Ma le nostre controparti sono ancora più confuse di noi. Il paradosso, intanto, è che noi, organizzazioni sindacali, riscopriamo il valore dell’unità sindacale; dall’altro lato del tavolo (mi riferisco a Federdistribuzione, che si è staccata da Confcommercio mantenendo però in molti territori importanti ancora cariche direttive all’interno della stessa) scoprono invece il valore della divisione datoriale.
Tutto ciò ha generato una crisi di identità che rende impraticabile o molto difficoltosa qualsiasi tipo di relazione sindacale; recentemente a Milano abbiamo fatto un incontro regionale unitario in Confcommercio con un’azienda della grande distribuzione associata anche a Federdistribuzione. Ebbene, è parsa evidente a tutti la chiusura pregiudiziale a qualsiasi confronto sindacale: è stato imbarazzante vedere il ruolo da spettatore del funzionario di Confcommercio e l’attenzione del rappresentante dell’azienda a non pronunciare mai il termine “contratto nazionale”. Alle nostre richieste di discutere e regolamentare l’organizzazione del lavoro e il lavoro domenicale ci è stato replicato che non sono materie di confronto…
A questo si aggiunge una crisi dei consumi senza precedenti e tutto quello che le aziende hanno fatto finora si è rivelato, oltre che inefficace, anche costoso economicamente. Il contratto nazionale “separato” non ha risolto il problema dell’assenteismo e la liberalizzazione degli orari non ha risolto il problema dei consumi; ciò nonostante le nostre controparti faticano ad instaurare un sistema corretto di relazioni sindacali. Infatti nell’attuale contesto distributivo troppo spesso le lavoratrici e i lavoratori (e le organizzazioni sindacali che li rappresentano) sono visti come gli avversari. In realtà le esigenze aziendali di efficienza, qualità del lavoro e del servizio non sono in contrasto con le esigenze dei lavoratori, ad esempio, sull’organizzazione degli orari di lavoro.
L’attuale contesto ci obbliga a scegliere cosa è giusto fare e non cosa ci piacerebbe fare, ma questo non può prescindere dalle condizioni di lavoro e di vita della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore. E’ centrale la questione legata all’organizzazione del lavoro e degli orari, il resto è accademia: dobbiamo trovare il modo di essere realmente innovativi ma soprattutto di avere spazi di discussione e soluzione reali, lì dove c’è il problema e non altrove. Quindi la contrattazione di secondo livello è un terreno straordinario per sviluppare pratiche positive sull’organizzazione e la qualità del lavoro; pratiche che necessariamente devono coniugarsi con la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita di tutte le lavoratrici e lavoratori interessati.
Quanto sottoscritto fra le organizzazioni sindacali e Confindustria in tema di rappresentanza avrebbe una grande utilità nei nostri settori, ed è un tema che necessariamente andrà approfondito in futuro: noi abbiamo la speranza che un meccanismo simile possa essere individuato anche per il settore del commercio/terziario. Il regolamento per la consultazione della piattaforma è un piccolo passo avanti, come è positiva la richiesta in piattaforma della possibilità di indire assemblee aziendali da parte delle organizzazioni sindacali.
Aggiungo infine che è sicuramente interessante continuare questa riflessione (per ora molto superficiale) sulle pagine di Reds: molti sono gli aspetti non toccati e la visione è “geograficamente” di parte, mentre l’Italia è lunga…