La dirigenza Autogrill ha di recente messo in discussione anche il mantenimento della presenza in Italia nelle stazioni di servizio attaccando il processo di liberalizzazione che rischia di mettere fuori mercato i gestori dei servizi di ristorazione presenti sulla rete autostradale. Troppa concorrenza fa male, anche a chi ne ha sempre fatto una bandiera. Nell’ambito di questa incertezza si sono collocate, nei mesi scorsi, iniziative unilaterali come la dichiarazione di una nuova procedura di licenziamento collettivo per 43 dipendenti della sede direzionale di Milano. Si noti che tale dichiarazione è stata espressa quando ancora non si era conclusa la procedura di mobilità per i dipendenti del “canale autostradale” che, grazie all’intervento delle organizzazioni sindacali, ha visto ridursi gli esuberi da 140 a 40.
Autogrill giustifica le proprie intenzioni con i dati economici del Gruppo: i ricavi complessivi, diminuiti del 10% rispetto all’esercizio precedente; il calo delle vendite e dei ricavi di tutti i canali (autostradale – 11,4%; aeroporti – 3,1%; centri commerciali e aree urbane – 7,8%; fiere ed eventi – 9%). Questo calo generalizzato ha fatto ridurre l’Ebitda 2012 del 38% determinando una perdita netta di oltre 14 milioni di euro.
Autogrill ha risposto alle difficoltà con i tagli occupazionali e le chiusure: è cessata l’attività di 41 punti vendita (di cui 28 del commerciale e aree urbane) e in 60 locali dell’autostradale sono stati dichiarati gli esuberi.
Oltre a questo, Autogrill cerca di imporre anche una pesante modificazione del modello operativo e organizzativo del “Food & Beverage” Europa attraverso la creazione di una “Regione integrata” che condivida le strutture centrali. Per Autogrill la nuova organizzazione si fonda sull’efficacia garantita dalla concentrazione di alcune funzioni di marketing, sviluppo, Engineering & Procurement in team che operano trasversalmente alla regione Europa: da qui l’obiettivo dell’azienda di smantellare la parte direzionale. Inoltre l’unità di business “Italia” è stata organizzata come area geografica anziché per canali di business determinando la soppressione di diverse funzioni.
La reazione della Filcams-Cgil di Milano non si è fatta attendere: “Il 27 giugno – spiega Giorgio Ortolani - si è tenuta una affollata assemblea dei lavoratori della sede direzionale organizzata da noi. Obbiettivo del sindacato è quello di iniziare sin dal primo incontro a ricercare soluzioni che possano evitare il licenziamento dei lavoratori, anche attraverso l’uso degli ammortizzatori sociali per impedire l’immediata espulsione dei lavoratori”.
A preoccupare è il fatto che figure professionali importanti per la crescita e lo sviluppo dell’azienda vengano espulse: questo può indicare una volontà da parte di Autogrill di ridurre progressivamente la propria presenza in Italia, oppure di procedere, con la scusa della crisi, ad una ristrutturazione che vedrà un domani affidare le attività dei lavoratori che oggi si vogliono espellere in appalto.