Rsu autoconvocate contro la legge Fornero: crescono le adesioni - di Matteo Gaddi

Continuano a crescere le adesioni al movimento di autoconvocati contro la legge Fornero sulle pensioni: sono ormai oltre 300 le Rsu unitarie che hanno aderito e si stanno attivando con le iniziative decise dalle riunioni del coordinamento nazionale, riunitosi l’ultima volta lunedì 31 marzo a Firenze: anche in questa occasione la partecipazione è stata elevata con delegazioni provenienti da tutte le Regioni.
La discussione ha ripreso i punti qualificanti della proposta sulla base dei quali è stato costruito l’appello che chiamava alla mobilitazione le Rsu autoconvocate: il ripristino delle precedenti anzianità anagrafiche per l’accesso alla pensione di vecchiaia (60 anni) e la possibilità di accedere volontariamente alla pensione di anzianità con 40 anni di contribuzione, con riduzioni rilevanti dell’età di pensione per i lavori usuranti; l’eliminazione dei coefficienti automatici di riferimento all’età pensionabile, legati alla speranza di vita media nella società; la revisione dei coefficienti di trasformazione dei contributi in pensioni in modo che queste possano assicurare una vita dignitosa.
Le oltre 300 adesioni riguardano ormai tutto il territorio nazionale e tutti i settori lavorativi; inoltre, si tratta di Rsu che aderiscono nella loro composizione unitaria. Da sempre gli avanzamenti più significativi per i lavoratori e le lotte più riuscite hanno avuto un carattere unitario; la stessa riuscita nella costruzione di un movimento diffuso impone la messa al bando di ogni atteggiamento settario che condannerebbe alla marginalità una mobilitazione che, al contrario, vuole assumere caratteri popolari.
Si tratta di una iniziativa che si inserisce nell’ambito della più generale ripresa della lotta di classe che, finora, ha quasi sempre assunto le forme di resistenze e risposte puntuali nelle singole vertenze le quali, di volta in volta, si aprivano a livello di specifica fabbrica o settore; vertenze per lo più difensive. Stavolta, invece, si tratta di un obiettivo aggregante e di offensiva: il tema delle pensioni accomuna tutti i lavoratori (del settore privato e del pubblico impiego, delle grandi fabbriche e delle piccole imprese, uomini e donne, giovani e anziani) e si propone specificamente di realizzare momenti di unione avanzati contro i tentativi di dividere e contrapporre i lavoratori tra loro.
Il potenziale di questa lotta è estremamente significativo e le Rsu che hanno aderito, sia per numero che per significato (ci sono i più grandi gruppi industriali: Ilva, Electrolux, Marcegaglia, Fincantieri petrolchimici e raffineria, presto anche il Gruppo Fiat; grandi presidi di pubblico impiego come i Comuni di Milano, Torino, Roma, sedi Inps e strutture sanitarie, Telecom e multiutilities ecc.) lasciano presagire una grande capacità di coinvolgimento e mobilitazione dei lavoratori.
Per questo la prima decisione assunta dal Coordinamento nazionale di Firenze riguarda proprio il coinvolgimento dei lavoratori dei luoghi di lavoro le cui Rsu hanno aderito all’iniziativa. Le rappresentanze sindacali unitarie, infatti, nel mese di aprile organizzeranno assemblee nei rispettivi luoghi di lavoro sul tema della riforma Fornero e del movimento di autoconvocati che si è costituito per contrastare tale riforma; in tali occasioni verrà approvato un ordine del giorno e si darà impulso allo strumento della petizione popolare. La prima assemblea si è tenuta alla Raffineria Ies-Mol di Mantova, mentre altre sono già in fase organizzativa.
La seconda indicazione ha riguardato la petizione popolare: la raccolta firme nei luoghi di lavoro in cui è stata fatta ha raggiunti livelli altissimi di adesione, in alcuni casi addirittura del 100% dei lavoratori. Per questo va intensificata sia nei luoghi di lavoro che ancora non si sono attivati, sia a livello territoriale (nei quartieri, davanti ai supermercati, nelle piazze) in modo da coinvolgere quelle figure sociali non raggiungibili in fabbrica o in ufficio (pensionati, disoccupati, lavoratori atipici, studenti ecc.).
La terza decisione assunta riguarda l’organizzazione di presidi da tenersi in tutti i territori lo stesso giorno: venerdì 16 maggio si manifesterà davanti alle sedi Inps e alle Prefetture di tutta Italia cominciando così a dare visibilità alla campagna.
Da ultimo: la seconda assemblea nazionale del movimento si terrà sabato 31 maggio. Sarà l’occasione per fare il punto del lavoro sin qui svolto (a partire da quello fatto nei luoghi di lavoro e nei territori), per valutare lo stato delle interlocuzioni aperte (con sindacati, partiti, istituzioni), e per lanciare le nuove iniziative di mobilitazione.


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