Sandra lascia un vuoto in tutti noi. Ci mancherà quel suo instancabile affrontare i problemi, interrogarsi sul che fare, quell’impertinente certezza che anche la soluzione trovata potesse essere ulteriormente migliorata. Sandra era persona che voleva bene alla Cgil. La viveva con affetto e rispetto, come luogo del fare, casa dei lavoratori e delle lavoratrici, e, come ogni casa, anche luogo del conflitto positivo che accompagna le relazioni tra persone che sentono di appartenere alla stessa comunità. Sandra era una persona gioiosa che sapeva costruire relazioni importanti e durature con le lavoratrici e i lavoratori, come con le controparti. Ed era persona generosa che sapeva lottare e spendersi, oltre ogni limite, per chi vedeva in difficoltà.