Ottorino Lazzari, un socialista in prima fila per i diritti - di Calogero Governali

Ottorino Lazzari nasce a Cremona il 6/11/1855. Il padre Luigi è di origine contadina mentre la madre Anna Grandi, sembra fosse di stirpe nobiliare. Vive in questa città i primi anni di vita con la famiglia nella casa dei nonni materni. Si trasferisce successivamente a Milano dove studia e consegue il diploma di maestro elementare. Il suo percorso di studio è simile a quello del fratello minore Costantino, anche lui diplomatosi maestro alle scuole tecniche milanesi. Più giovane di Ottorino di poco più di un anno, Costantino è compagno di scuola di E. Dalbesio che l’indirizza alla lettura di autori socialisti. I due fratelli aderiranno così al socialismo anche se è Costantino quello che ha una maggior caratura politica diventando, prima, membro del comitato centrale socialista e divenendone, poi, segretario politico dal 1912 al 1919.
Tornando ad Ottorino vediamo che la sua adesione al partito socialista suscita l’interesse della polizia che inizia a stilare un fascicolo personale (a partire dal 1900) dal quale apprendiamo che prima di essere socialista è stato repubblicano. Ha trovato lavoro come maestro comunale, incarico che gli viene revocato per aver partecipato alla commemorazione di Guglielmo Oberdan e ai successivi tumulti (1882); per tale motivo venne arrestato e successivamente condannato a 1 mese di carcere (1883). Dal 1883 fa parte della Società democratica della gioventù ed è segretario del Comitato repubblicano di Milano. Nel 1895 redige un manifesto, poi sequestrato, per la candidatura di Nicolò Barbato esponente dei “Fasci dei lavoratori siciliani”. Nel maggio 1898 prende parte attiva ai moti seguiti agli eccidi dell’esercito di B. Beccaris incitando il popolo a vendicare i “fratelli uccisi”. Per tale motivo è deferito al tribunale militare (riesce a espatriare in Svizzera) che lo condanna in contumacia a 12 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nel 1899 rimpatria e si costituisce chiedendo la revisione del processo che, celebratosi, vede la sua assoluzione. Il suo impegno nella categoria del commercio è abbastanza tarda e risale al 1903 quando viene eletto consigliere dell’Unione impiegati e commessi di aziende private di Milano. In tale veste, nei mesi successivi, riceve l’incarico di segretario della Commissione che si occupa delle scuole serali commer-ciali e dei corsi di insegnamento per i commessi. Nel 1904 entra a far parte del Comitato permanente “Pro riposo Festivo” e come esponente della corrente intransigente del partito socialista è nominato membro supplente della Camera del lavoro di Milano. Nell’anno successivo si dimette dalla carica di consigliere dell’Unione impiegati e commessi di aziende private. Nel 1906 è probabilmente tra gli oratori al comizio di Milano durante l’agitazione “Pro Riposo Festivo” (L’Unione n. 33/1906).
Non troviamo sue notizie sul giornale “L’Unione fino al 1908” quando il giornale cessa le pubblicazioni. Nel fascicolo del casellario politico centrale ritroviamo sue notizie nel 1910 quando è segnalato come esponente della corrente riformista del partito socialista milanese. Ritroviamo sue notizie nel 1915 quando è un attivissimo agitatore della neutralità italiana ed è oratore nei comizi contro la guerra. Sempre dal suo fascicolo di polizia sappiamo che in questi anni viene assunto come impiegato alla Società Umanitaria di Milano e nel 1917 è segretario della “Confederazione generale dell’impiego privato” (questa Confederazione però, secondo A. Famiglietti, è attiva dal 1920 in poi: vedi “Le origini dell’attività sindacale nel settore dei servizi (1880-1925)”, p. 50-54). Il Lazzari nel 1918 è per l’espulsione di Turati e dei suoi seguaci dal Psi. Mancano sue notizie anche dal fascicolo personale fino al 1924 quando quasi settantenne si occupa di: brevetti, marchi, modelli, in una piccola ditta che è forse gestita insieme al figlio. E’ sottoposto a una speciale sorveglianza dalla polizia, che lo ritiene un pericoloso sovversivo, fino alla sua morte avvenuta nel 1934.

(Per approfondimenti vedi: Camerieri, commessi, impiegati… sovversivi di L. Martini, p. 63-68 e il periodico “L’Unione”, 1904-1908)


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