JOB’S ACT. SPENDING REVIEW: come saranno criptati i nuovi ammortizzatori sociali? La legge 92/2012 (Legge Fornero), che sostituisce la mobilità con il più veritiero licenziamento collettivo, e la Legge di stabilità 2014 hanno modificato la vecchia indennità di mobilità che, dal 2017, cesserà di esistere e sarà ASpI o MiniASpI (vedi scheda). Nel periodo transitorio, fino al 31/12/2016, la prestazione, già dal 2015, subirà una riduzione della durata per gli ultra 40-enni, salvo ricognizione che la legge prevedeva al 10/2014, evidentemente travolta dalla piena dei voti di fiducia e dall’alta considerazione che Renzi ha del sindacato. Tanto premesso, cerchiamo di vedere cosa c’è al momento.
COS’E’ LA MOBILITA’ ORDINARIA. E’, seccamente, il preludio al licenziamento. E’ un sostegno economico in sostituzione delle retribuzioni, per favorire la rioccupazione dei lavoratori licenziati, in cambio di sgravi per chi assume. Ma deve essere chiaro che l’iscrizione nelle liste di mobilità, dà diritto alla relativa indennità, fatti salvi gli altri requisiti, solo se la mobilità è ai sensi della L. 223/91. Ai sensi dell’art. 4, co. 1, L. 236/93, dà diritto alla sola indennità ASpI o MiniASpI.
A CHI SPETTA. All’industria con più di 15 dipendenti, alle aziende artigiane dell’indotto al seguito dell’azienda committente, alle cooperative con obbligo di versamento per mobilità, alle aziende della logistica, con più di 200 dipendenti. Dal 2013 alle imprese del commercio e alle Agenzie di viaggio e turismo, operatori turistici compresi, con più di 50 dipendenti, alle imprese di vigilanza con più di 15 dipendenti. Ne beneficiano i lavoratori a tempo indeterminato iscritti nelle liste, con una anzianità aziendale di almeno 12 mesi durante l’ultimo rapporto di lavoro con l’azienda che ha attivato la mobilità e 6 mesi di effettivo lavoro
CHI PAGA. La prestazione è liquidata dall’INPS, a cui va presentata domanda, esclusivamente on line, entro 8 giorni dalla data di licenziamento e comunque entro 68 giorni, pena decadenza. Tale termine slitta in caso di vertenza, di malattia iniziata prima del licenziamento, indennità di mancato preavviso, servizio militare. In caso di sospensione per lavoro a tempo determinato, la fine della prestazione slitta. Non in caso di maternità obbligatoria. Non è più obbligatoria la dichiarazione di immediata disponibilità (DID).
QUANTO PAGA. Sfatiamo alcune leggende metropolitane. L’indennità di mobilità NON è di uguale importo dello stipendio. E’ l’80% della retribuzione teorica lorda spettante, comprensiva dei ratei di 13.a e 14.a e altre mensilità aggiuntive, eventualmente spettanti. E’ corrisposta per 12 mesi e NON è corrisposta alcuna tredicesima. Gli importi massimi erogabili sono divisi in due fasce, a seconda che la retribuzione lorda superi o meno gli importi massimi fissati annualmente con decreto. Per il 2014 l’importo max mensile netto per i primi 12 mesi è di euro 903,20 per retribuzioni non superiori a euro 2075,21; euro 1085,57 per retribuzioni superiori. In ogni caso l’importo non può mai superare la retribuzione percepita in costanza di rapporto di lavoro. In pratica, per il calcolo: retribuzione teorica x numero mensilità annue/12000. Questa è la base di calcolo, su cui va calcolato l’80%. Ovviamente nei limiti predetti. Gli importi erogati NON sono esentasse, ma soggetti alla tassazione corrente. Spettano anche gli ANF in caso di avente di diritto.
COMPATIBILITA’. E’ compatibile con il lavoro accessorio nel limite di euro 3000 netti, con stages e tirocini, non lo è con la pensione diretta, con l’indennità TBC, mentre i titolari di pensione di invalidità o Assegno ordinario di invalidità possono optare.
In ultimo: la legge di stabilità 2014 ha cambiato i criteri per il diritto alla mobilità in deroga, che però può essere erogata dall’INPS solo dopo decreto di competenza Regionale o Ministeriale. Dai finanziamenti esigui rispetto all’entità del numero dei licenziamenti, è facile trarne le conclusioni. In ogni caso, di sicuro sparirà dal 2017.
Nel frattempo, visti gli eroi del Premier, sereni non lo siamo proprio!
A tutte e tutti un 2015 tutto nostro.