La crisi ha lacerato il tessuto sociale e il mondo del lavoro. Disoccupazione giovanile, precarietà, diseguaglianze, povertà diffusa e peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro sono conseguenze di scelte politiche sbagliate. E’ la moderna contraddizione tra capitale e lavoro che si ripresenta nella durezza materiale.
La CGIL, che è un soggetto generale, viene considerata un’anomalia da sconfiggere. Mai la CGIL si è trovata in una tale condizione di solitudine rispetto alla politica, con un governo ostile e senza un partito di sinistra di massa che abbia come riferimento il lavoro e i diritti sociali del movimento operaio. Ma la politica non deve scomparire dall’orizzonte della CGIL, perché abbiamo bisogno di poter contare su una sponda politica all’altezza dello scontro. Contemporaneamente dobbiamo riaffermare e rinnovare la nostra autonomia.
Questo governo chiude, con il Jobs Act, il cerchio dei tentativi di riduzione dei diritti del lavoro e nel lavoro pubblico e privato, nel disprezzo della rappresentanza sociale e dello stesso Parlamento. Si scardina a favore del più forte il principio giuridico e il valore equilibratore dei poteri presente nello Statuto dei lavoratori. Renzi ha deciso di stare con l’impresa, ammantandosi di un interclassismo ideologico e propagandistico. Cambia il diritto al lavoro e si intaccano i principi di democrazia sociale contenuti nella Costituzione.
L’iniziativa della CGIL di presentare il Nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori per includere e allargare i diritti a tutti e a tutto il mondo del lavoro, prevedendo anche la possibilità di ricorrere al referendum abrogativo, è parte di un impegno generale che si sviluppa su più fronti: dal rilancio della mobilitazione unitaria sulle pensioni, alla ridistribuzione della ricchezza e alla lotta all’evasione e all’elusione fiscale.
Abbiamo deciso di dare continuità al collettivo di Lavoro Società, come sinistra sindacale confederale; siamo impegnati a rafforzare la nostra identità anche attraverso un nuovo periodico confederale. Siamo impegnati, coerentemente e collettivamente, a portare i nostri contributi di elaborazione, di proposte e di riflessione.