E' uscito da un paio di mesi un romanzo di esordio di un giornalista anconetano, Sergio Sinigaglia, che ha avuto occasione di collaborare anche con “Reds”. Da sempre attivo nei movimenti e nell’associazionismo politico-culturale, dopo una esperienza di due anni nella redazione di “Lotta Continua” a partire dal 1995 ha collaborato con il mensile “Una Città”, il quotidiano “il Centro”, “Carta Cantieri Sociali” e “il manifesto”). Ha pubblicato: Di lunga durata (affinità elettive 2002), Fuori Linea (affinità elettive 2005), La piuma e la montagna (manifesto libri 2008, con Francesco Barilli), Altre Marche (affinità elettive 2010).
Una vecchia casa di campagna, un gatto sornione e schivo, una soffitta, una cassapanca con tanti oggetti di un tempo ormai andato, un ragazzino curioso… Ne Il diario ritrovato, Paolo, adolescente molto sveglio, durante una breve vacanza nell’abitazione rurale di famiglia, ritrova per caso un vecchio quaderno. Scopre essere il diario di uno zio mai conosciuto, scritto nel 1975 durante il servizio militare. Il romanzo è la storia del processo di educazione civile e sentimentale (sentimentale nel senso lato degli affetti) di un ragazzo di oggi in un contesto familiare borghese e si presume di una certa agiatezza. Il ragazzo ha un conflitto irrisolto con il padre che si intuisce vivere con disagio il presente e con una certa irrequietezza il proprio passato e con la presenza di una madre-padrona che domina la famiglia senza essere amata. Figura abbastanza anomala in un romanzo scritto da un ragazzo del ’77 che rivela, lui, di avere un qualche problema irrisolto dopo circa 20 anni con le dinamiche femministe degli anni settanta…
Giocando su una sequenza temporale che rimbalza tra gli anni Settanta e i nostri giorni, l’autore ci propone un romanzo dove le ragioni di chi allora voleva cambiare il mondo, il conflitto generazionale, la meschinità dei tempi attuali, si intrecciano.
Quello che emerge così è uno spaccato delle idee, dei sentimenti, della pratica militante della sinistra degli anni settanta vista attraverso una esperienza credo fino ad oggi mai raccontata in un romanzo, che è quella della nascita e dello sviluppo del movimento dei soldati di leva nelle caserme di cui vengono raccontati con realistica efficacia – anche grazie alla biografia personale dell’autore – condizioni di vita quotidiana, difficoltà di rapporti in un corpo chiuso militarizzato, la scoperta e l’affermazione di una voglia insopprimibile di libertà e partecipazione, anche là dove dovevano regnare ordine e disciplina assoluti, il coraggio della ribellione e la precoce saggezza di chi si muove rischiando il carcere militare con il coraggio e la levità di chi comunque non ha paura di nulla.
La lettura farà tornare indietro nel tempo i sessantenni che in quelle caserme hanno prestato servizio militare di leva e farà scoprire un mondo sconosciuto a tante donne e giovani ambosessi delle nuove generazioni.
Riporterà alla memoria in modo descrittivo ed emotivamente coinvolgente l’insieme di idee e sentimenti di una generazione che pensava di dare l’assalto al cielo. Anche per questo lo consiglio vivamente.
Sergio Sinigaglia, Il diario ritrovato,
Italic Pequod editore, pp. 180, € 16