Incontrarsi, ascoltarsi e organizzarsi - di Loredana Sasia

Per riformare la Confederazione e le categorie

La conferenza d’organizzazione, alla porte nel 70° Anniversario della Liberazione, rappresenta un importante momento di confronto, di discussione su temi che riguardano la vita e le scelte organizzative della nostra organizzazione nel pieno di una crisi economica, politica e sociale senza precedenti nella storia del paese.
A fronte di politiche autoritarie di un governo che lede i principi della Costituzione con attacchi al welfare, al mondo del lavoro, alla sanità, all’istruzione aumentando la platea degli esclusi, questo appuntamento richiede coraggio per guardare avanti, al futuro della Cgil.
La sfida è elevata e per rispondere alle profonde trasformazioni che ridisegnano il mondo del lavoro è necessario rafforzare ed allargare il modello partecipativo decentrando ed allargando le sedi decisionali verso il basso con un nuovo protagonismo delle/i delegate/i e delle/gli iscritte/i, per l’estensione della rappresentanza e della rappresentatività sul territorio.
Il territorio, le Camere del Lavoro e i luoghi di lavoro devono rappresentare il baricentro della nostra contrattazione inclusiva e sociale per ridare dignità al lavoro e alle condizioni di donne/uomini, giovani, pensionati, migranti che vogliamo rappresentare. Devono essere i luoghi di partecipazione che “incontrano-ascoltano-organizzano”.
Tali luoghi costituiscono un grosso mattone nella costruzione dell’identità sociale e assieme alla democrazia, al pluralismo e alla partecipazione possono rafforzare la collegialità delle decisioni con ulteriori momenti di confronto, di discussione, di analisi, di coinvolgimento, di formazione rispetto al passato per una ricomposizione e riunificazione di classe nel mondo del lavoro. Questi obiettivi non sono di semplice realizzazione, ma sono intrinsecamente legati al nostro essere, ai nostri valori.
Ripartendo dal territorio, con una prospettiva di cambiamento, dobbiamo restituire la dignità al lavoro e, per far fronte ai mutamenti che la società per la sua complessità ci impone anche sui temi di carattere sociale, dobbiamo impegnarci nella contrattazione decentrata, territoriale e sociale inclusiva. Le disuguaglianze lavorative richiedono di ricomporre il lavoro, rafforzando la contrattazione di secondo livello al sito, alla filiera, unificando nella rappresentanza e nella tutela le diverse figure lavorative che vi operano, per una maggiore inclusività: anche con forme e azioni contrattuali intercategoriali coordinate dalla confederazione.
Il Piano per il Lavoro, il nuovo Statuto dei Lavoratori, la difesa del valore universale dei contratti nazionali continuano ad essere le parole chiave che influenzano le nostre scelte di riorganizzazione per collegare i luoghi di lavoro al territorio ai diritti di cittadinanza per trasformare in un’azione collettiva la solitudine di tanti cittadini, lavoratori e pensionati.
Queste azioni devono essere accompagnate da politiche di analisi, di studio, di ricerca e di formazione per rafforzare il nostro patrimonio, attraverso una formazione legata alla storia del sindacato, alla contrattazione, alle nuove forme del lavoro, rinforzando l’identità della nostra organizzazione.
Dobbiamo trovare il modo di avvicinare e dare voce ai giovani, che sono per tutta la CGIL un bene prezioso, perché sono il nostro futuro e il mezzo per far vivere la memoria di un passato che va ricordato, di valori che continuano a indicarci la strada da percorrere, per costruire un futuro di libertà e giustizia, che veda la Cgil punto di riferimento nella complessità contemporanea del mondo del lavoro.

 


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