Nel 2008 Confcommercio sigla con FISASCAT e UILTUCS il primo accordo separato. Nel 2011 Confcommercio firma con FISASCAT e UILTUCS il secondo accordo separato. Nonostante la firma degli accordi separati, Confcommercio non può adottare la strategia “modello FCA” di esclusione della FILCAMS CGIL dalle relazioni sindacali.
Nel 2013 le OO. SS. presentano la Piattaforma unitaria, validata dai lavoratori. Ma, di fatto, la trattativa non si svolge sulla piattaforma sindacale, ma su una contropiattaforma padronale, così come accade su pressoché tutti i i tavoli contrattuali… Sulla trattativa grava il peso della inedita (e questa sì modello Marchionne) possibilità di disdetta del contratto.
Nel giugno 2014, mentre le delegazioni FISASCAT E UILTUCS ricevono il mandato a chiudere dai loro direttivi, il CDN della FILCAMS - al termine di una discussione vera e articolata nella quale anche Lavoro Società, con altre e altri, sostiene che non ci sono le condizioni per una firma - decide all’unanimità che la trattativa deve proseguire e che non ci sono le condizioni per una chiusura perché la posta in gioco è proprio la contrattazione e il ruolo dei delegati RSU e RSA nei luoghi di lavoro e delle strutture territoriali.
FISASCAT e UILTUCS, pur non condividendo la posizione della FILCAMS, si dichiarano indisponibili a firmare un accordo separato. Confcommercio interrompe unilateralmente le trattative.
Il 18 novembre 2014, di fronte ai segnali di disponibilità della controparte a riprendere le trattative il CDN della FILCAMS da mandato alla Segreteria di ricominciare dal punto nel quale la trattativa si era interrotta.
Il 13 aprile 2015 il CDN della FILCAMS approva l’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale con 3 voti contrari e un astenuto. Il 14 aprile anche l’assemblea nazionale dei delegati FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS approva l’intesa con 5 voti contrari e 4 astenuti.
Restano aperti i tavoli di trattativa con Federdistribuzione, Confesercenti e Distribuzione cooperativa.