La nostra conferenza di organizzazione - di Giacinto Botti

La conferenza è, per noi, un'opportunità da non sprecare per guardarci dentro, per ripensarci, per rendere migliore e rappresentativa la nostra CGIL. Vogliamo una conferenza non burocratica, che sappia coinvolgere i delegati e gli iscritti superando ritardi e derive, e questo è compito del gruppo dirigente.
Il documento approvato nel Direttivo CGIL, con il nostro voto favorevole, ha un'impostazione condivisibile. E’ frutto di un percorso collegiale nel quale abbiamo portato il nostro contributo. La conferenza è luogo di ricerca, di sperimentazione e non di un dannoso scontro politico sui futuri assetti di potere, né tantomeno sulle modalità di elezione del Segretario generale. La CGIL è una confederazione militante, autonoma e dal forte profilo identitario che va difeso. La sua democrazia solidale e plurale, partecipata e di mandato non è sostituibile con quella populista e plebiscitaria dell’uomo solo al comando. Da noi il Segretario generale è eletto e non incoronato. Diamo valore a ciò che siamo e facciamo. Siamo per rivitalizzare il ruolo dei direttivi, strumenti decisionali della democrazia e di rappresentanza plurale, superando centralizzazioni di potere, e restituendo alle segreterie il ruolo esecutivo e non di “staff” del Segretario generale. Vogliamo favorire una partecipazione consapevole, ripensando le stesse modalità di svolgimento dei congressi. Per noi il cuore della conferenza rimane il lavoro, la qualità della contrattazione, insieme al tesseramento e alla formazione diffusa. E’ occasione per realizzare noi quell'autoriforma, difficile ma indispensabile, per mettere in sicurezza l’organizzazione, spostare poteri e risorse verso il basso, rafforzando una maggiore e reale collegialità e il ruolo delle Rsu, degli iscritti, dei delegati e dei pensionati.


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