Chiuso per ferie. Poi si vedrà. Perché “del doman non v’è certezza” come scriveva Lorenzo De Medici. E allora “chi vuole essere lieto sia”. La radio rimanda le note dell’estate addosso di Jovanotti ed eterno agosto di Alvaro Soler mentre gli italiani tornano alle loro occupazioni. Quelli che ce l’hanno, si intende.
Fra le perle di agosto non è passata inosservata la retromarcia del ministero del Lavoro sul numero dei contratti firmati nel primo semestre dell’anno, ne aveva dichiarati il doppio di quelli che sono in realtà. Diciamolo: il jobs act non è la panacea di tutti i mali del paese, la disoccupazione giovanile resta a quota record e i contratti stabili che vengono firmati sono dovuti alla defiscalizzazione. Insomma, niente di nuovo sotto il sole di agosto.
Niente paura comunque, Giove pluvio è stato clemente, ha fatto anche lui un po’ di vacanze, e il settore del turismo balneare (anche montano) ha innalzato il gran pavese. Era dieci anni che non succedeva di avere il tutto esaurito nella stragrande maggioranza dei luoghi di villeggiatura. Ma ora che le fabbriche, quelle non ancora chiuse nel settimo anno di crisi, devono riaprire i cancelli, i più avveduti vanno a cercare nei cassetti il loro ferro di cavallo. Speriamo bene. L’estate sta finendo anche per Matteo Renzi, l’ottimismo per definizione.
Il presidente del Consiglio si è fatto le sue settimane di vacanza e si è rimaterializzato alla festa di Comunione e Liberazione. Standing ovation per l’uomo che ha traghettato il Pd dalla ditta di bersaniana memoria al cosiddetto partito della nazione. Un rassemblement che lo scout di Rignano sull’Arno vede così: mi prendo i voti dei senatori dell’amico Denis (Verdini), confido nel buon senso dell’amico Silvio (Berlusconi) e me ne frego dei maldipancia della sinistra interna del partito. Per Renzi possono andare tutti al diavolo. Lui tira dritto per la sua strada, la riforma del Senato e la legge elettorale vanno bene così come sono. E se gli oppositori hanno presentato cinquecentoquattordicimila emendamenti, sono problemi di palazzo Madama. Non suoi. Renzi si è goduto le vacanze, anche se a un certo punto è stato richiamato all’ordine da un’Europa che finalmente si è accorta della quotidiana, infinita tragedia dei migranti che fuggono da guerre, fame, disperazione per sperare in un futuro migliore. Impossibile far finta di niente di fronte allo stillicidio di notizie tragiche trasmesse da radio, tv e siti web con cronometrica puntualità. In questo caso il premier italiano non è il più cattivo del gruppo, di fronte ai fascisti ungheresi e agli isolazionisti inglesi, lui e Angela Merkel fanno la figura delle pecorelle.
Pensate. Ora che le prime piogge di settembre si avvicinano, l’azienda Italia riapre per la nuova stagione. Che, a occhio, non sembra troppo diversa dalla precedente. Nessuna nuova, buona nuova? Purtroppo in questo caso il proverbio non vale. Anzi, andrebbe rovesciato da capo a fondo.