Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo. Oggi gli amici al bar vogliono mandare a casa gli immigrati, perché sotto sotto sono tutti dei fondamentalisti islamici. Vogliono mandare in galera tutti i politici, sia perché rubano ai cittadini onesti sia perché è una casta che poco fa e troppo guadagna. Vogliono licenziare quasi tutti i dipendenti pubblici, che invece di fare onestamente il loro lavoro, timbrano il cartellino e poi scappano a giocare a tennis o a fare la spesa. Dal Bar Mario alla buvette di Montecitorio il passo è molto più breve di quanto non sembri. Al grido “mandiamoli tutti a casa”, che siano politici o immigrati è indifferente, il movimento Cinque stelle ha costruito un impero politico, una macchina del consenso in grado di catalizzare lo scontento, e demolire il bipolarismo/ bipartitismo che pure era il sogno (neanche troppo nascosto) dei centri di potere.
Oggi parlare di centrosinistra contro centrodestra, quando il Movimento Cinque stelle ha un consenso stabile del 25% non ha più senso. Meno che mai ha senso parlare di partito della sinistra contro partito della destra. Non per caso dall’indimenticabile “esecutivo tecnico” di Mario Monti (correva l’anno 2011...), l’Italia è stata governata di fatto da una coalizione popolari-socialisti. Molto popolare, tanto che palazzo Chigi guarda con affetto al family day. Ben poco socialista, vista la rovinosa caduta dei partiti “progressisti” di tutto il vecchio continente.
Matteo Renzi ha guardato agli exploit dei seguaci della premiata ditta Grillo e Casaleggio. Si è reso conto che anche la nuova linea leghista di Salvini - ha smesso di parlar di secessione perché non portava voti, e si è buttato a pesce sulla presunta invasione degli immigrati e sull’Europa matrigna che tanto chiede e nulla dà - ha avuto successo. Perché loro sì e io no? Il cacicco di Rignano sull’Arno è passato alle contromosse. La più vistosa è stata l’annuncio, urbi et orbi, di una lotta senza quartiere ai dipendenti pubblici fannulloni. “Li licenzieremo in due giorni”. A noi Grillo ci fa un baffo. I sindacati confederali, Cgil in testa, hanno provato a spiegare all’inquilino di palazzo Chigi che già oggi esistono leggi molto severe in materia, che casomai il problema è la loro mancata applicazione. Ma la chiacchiera da bar non vuole discussioni su fatti concreti, esige sangue e urla da stadio. Proclami perentori, non dibattiti sulla legge Brunetta (quella che sanziona i dipendenti pubblici infedeli) o sulla raffazzonata riforma Madia. Gli statali e gli altri dipendenti pubblici vogliono il nuovo contratto? Bastonate ci vogliono, altro che aumenti di stipendio. E il consenso si impenna. I Cinque stelle hanno aperto la strada, i furbetti del quartierino Salvini e Renzi si sono prontamente accodati. In confronto a loro, Berlusconi che continua ad accusare i comunisti è un reperto un po’ patetico di un’epoca ormai finita.