Carmelo Cocuzza: un buon esempio di tenacia e dignità del lavoro
Ho conosciuto Carmelo Cocuzza una sera d’estate . Proprio questa estate appena trascorsa. Da pochi giorni ero a Catania su incarico della FILCAMS nazionale. I compagni lavoratori della base di Sigonella mi proposero di incontrare un loro collega che da 15 anni combatteva una battaglia di civiltà per il riconoscimento della sua dignità di lavoratore. “E’ un grande!”, mi aveva detto Saverio per descrivermelo…
Quando ho visto Carmelo, quel “è un grande!” mi ha fatto sorridere. Cocuzza è un “omino”, come si dice in Toscana, di chi ha un fisico minuto. Ma il cuore lo ha grande per davvero e anche il coraggio e la dignità.
Carmelo dopo il licenziamento non si perse d’animo. Ricorse in Tribunale per far valere le sue ragioni di fronte ad un licenziamento che considerava ingiusto e vessatorio. Non poteva sapere a quale prova sarebbe andato incontro. Ci sono voluti 13 anni, tre sentenze di Tribunale per vedersi riconosciuta la sua ragione. Ha sfidato il gigante (il governo degli Stati Uniti d’America) suo datore di lavoro e ha ottenuto la vittoria. Da 2 anni si batte per far applicare quella sentenza! Fa una certa rabbia sentire il tg3 siciliano definirlo tutte le volte “ex dipendente”. Carmelo Cocuzza era ed è ancora, questo dice la sentenza, un vetrinista del Navy Exchange di Sigonella!
Quando nel 2000 venne licenziato il sindacato cui era iscritto si voltò dall’altra parte (nelle basi USA in Italia ci sono solo due sindacati riconosciuti dagli americani, se vi chiedete da dove è venuta l’idea a Marchionne per la FCA ora sapete qual è la scuola…). Oggi può contare sulla FILCAMS CGIL e tutta la Camera del Lavoro di Catania. Il gruppo di colleghe e colleghi che hanno portato la FILCAMS CGIL dentro la base già erano con lui, ma ora sa di poter contare sul sostegno disinteressato, solidale e fattivo di una grande organizzazione.
Mentre Carmelo parlava, quella sera d’estate a Catania, ho rivisto subito nella mia mente una sfuocata foto in bianco e nero di quando ero ragazzino: un gigante grande e grosso di chiaro vestito con una scritta us navy sulla spalla. Camminava a capo chino e le mani dietro la schiena con alle spalle una ragazzina alta come un soldo di cacio che lo teneva a bada con sguardo fiero.
Carmelo vorrebbe una vita “normale”. Quella che faceva 15 anni fa, una vita di lavoro e di impegni quotidiani. Si ritrova ad essere un David suo malgrado. Per questo lo ammiro. Vengo dalla città dove Michelangelo scolpì il David a celebrazione della civica libertà!
Il “caso” Cocuzza
• Assunto nel 1985 come vetrinista presso il Nave Exchange della base militare americana di Sigonella (Siracusa).
• Nel 2000 viene licenziato per presunte violazioni degli obblighi contrattuali.
• Nel 2004 il giudice del lavoro di Catania annulla il licenziamento e ne ordina il reintegro ex art. 18.
• Nel 2007 la Corte di Appello reitera la sentenza di primo grado.
• Nel 2014 la Cassazione conferma definitivamente.
Il governo degli Stati Uniti d’America - datore di lavoro di Carmelo Cocuzza - ignora la sentenza, non versa i salari arretrati, né i contributi previdenziali all’INPS e, infine, si oppone con vari pretesti al pignoramento risarcitorio intimato dal tribunale.
Mentre questo numero di “Reds” viene pubblicato, siamo al terzo tentativo di pignoramento. L’ultima volta l’ufficiale giudiziario, Carmelo Cocuzza e il suo legale sono arrivati fino all’ingresso del Navy Exchange dentro la base.