Sinistra sindacale in CGIL - di Andrea Montagni

La sinistra sindacale si caratterizza perché rivendica la combattività, la necessità e l’urgenza della lotta, la vigilanza nei confronti dei sempre possibili cedimenti di fronte al padronato. Questa deve rimanere una nostra caratteristica. Ma c’è un’altra faccia della sinistra sindacale che spesso viene sottaciuta: siamo una forza di classe, legata all’antagonismo di classe e alla volontà di dare espressione ad una prospettiva di cambiamento sociale, quella che la mia generazione chiama il socialismo e che oggi in maniera più confusa e meno identitaria si chiama alternativa di società: “Marx - ci ricordava Mao nel 1967, parlando alle giovani guardie rosse cinesi - ha detto che il proletariato non deve emancipare solo se stesso, ma tutto il genere umano. Se non riuscirà a emancipare tutto il genere umano, allora il proletariato non sarà in grado di emancipare neppure se stesso”.

Per questo, la sinistra sindacale soffre in maniera fortissima l’assenza in campo politico di un partito di riferimento che affermi la volontà di trasformazione sociale e rappresenti il lavoro. Per questo, non dobbiamo criticare quelli tra noi che si impegnano nei tentativi di ricostruzione di una sinistra italiana, anche quando provochino tensioni come è successo e come potrà succedere anche in futuro, finché non emergerà una ipotesi largamente convincente. Così è una criticità evidente la mancanza di coraggio della CGIL nell’affrontare al proprio interno una battaglia contro le posizioni di subalternità al PD, che tuttora si manifestano e che incontrano la timidezza del nostro posizionamento complessivo.

Se la nostra bussola resta la trasformazione sociale, la cifra del nostro impegno è e sarà la difesa del sindacato italiano come organizzazione confederale capace di parlare a tutti i settori del lavoro, come soggetto contrattuale a livello nazionale, come organizzazione democratica basata sull’adesione volontaria, anche di fronte alle difficoltà che incontriamo proprio nel difendere la potestà contrattuale e nella capacità di rappresentare tutti, in particolare le fasce deboli.


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