La Cgil aveva raccolto tre milioni di firme per promuovere un referendum abrogativo dei voucher. Per paura della consultazione il governo li ha cancellati – facendo venir meno il referendum – per poi reinserire nell’ultima manovra economica una specie di contratto precario in bianco. Qualcosa di perfino peggiore dei voucher. E la legge è stata approvata il giorno stesso in cui ci sarebbe dovuta essere la consultazione popolare.
Il giuslavorista Piergiovanni Alleva ha tirato le somme: “I voucher sono usciti dalla porta e rientrati dalla finestra, anche se con una strumentazione giuridica diversa: per i rapporti che interessano le piccole imprese viene utilizzato un nuovo sottotipo di contratto di lavoro, detto ‘di prestazione occasionale’, che è in realtà una sorta di mini contratto di lavoro intermittente o a chiamata, ossia una delle peggiori forme di precariato mai concepite. Infatti accoppia all’incertezza della prestazione futura una sorta di carica ricattatoria, perché, eseguita la prima prestazione, se per qualche motivo non vai bene, non sarai più chiamato. Probabilmente la nuova soluzione è peggiore della vecchia”.
I partiti che hanno votato il contratto precario in bianco – Pd, Forza Italia e Lega – sostengono che questa soluzione è diversa dai voucher, “perché si hanno tutte le garanzie previdenziali e assicurative”. Nel dettaglio si alza il compenso per chi svolge attività presso le imprese, da 7,50 euro netti a 9 euro l’ora. Sale anche la quota contributiva a carico del datore (al 33%). Vengono poi stabiliti dei limiti: non sono ammesse le aziende con più di cinque dipendenti, quelle del settore dell’edilizia e prestazioni inferiori alle quattro ore. Inoltre non si potrà fare il pieno di voucher dal tabaccaio. Infine un portale dell’Inps avrebbe il compito di gestire tutte le operazioni legate al nuovo contratto precario in bianco.
Nel concreto, la prestazione occasionale deve essere registrata telematicamente all’Inps entro un’ora prima dell’inizio. Ma il datore di lavoro può annullarla entro tre giorni, tutelandosi dai controlli e poi pagare in nero il lavoratore. Insomma si torna al punto di partenza, ad una occupazione precaria e segnata dalla ricattabilità dei lavoratori, così come successo con i voucher.
In risposta a quanto successo in Parlamento, per il prossimo 17 giugno la Cgil ha promosso una manifestazione nazionale a Roma. “Facciamo appello a tutti i cittadini, ai lavoratori, ai pensionati ed a tutte le associazioni democratiche, affinché partecipino alla manifestazione per il rispetto dell’articolo 75 della Costituzione (che definisce il diritto al ricorso all’istituto referendario, ndr), per difendere la democrazia e il diritto dei cittadini a decidere, per contrastare la precarietà, per un lavoro dignitoso tutelato e col pieno riconoscimento dei diritti”. Esserci sarà un dovere.