Speranza: "Il Pd non ci ha ascoltato. Ora siamo Liberi e Uguali" - di Frida Nacinovich

Evitiamo i giochi di parole. Anche perché il progetto di ‘Liberi e Uguali’ più che una speranza è una certezza. A pochi mesi dalle elezioni politiche il Movimento dei democratici e progressisti - Articolo 1 è riuscito nell’impresa di aggregare intorno a sé una buona parte della variegata e spesso conflittuale sinistra italiana. Anche la Sinistra italiana - stavolta con la ‘S’ maiuscola - ha aderito al progetto, così come Pippo Civati e i suoi di Possibile. Al di là dei nomi evocativi, ma anche un po’ stagionati di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema, è Roberto Speranza, nemmeno quarantenne parlamentare di Mdp la figura politica di riferimento del nuovo progetto. Non per caso al PalAtlantico di Roma è stato Speranza, insieme a Nicola Fratoianni e lo stesso Civati a definire le coordinate dell’alleanza elettorale e politica. Nell’occasione l’Auditorium segnava il tutto esaurito, e tra i partecipanti c’era un’ascoltatrice attenta come Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil. Sentiamo Speranza.

Quale è stato il momento della rottura definitiva con il Pd di Renzi, Fassino, Chiamparino, Martina e Gentiloni? Il referendum costituzionale del 4 dicembre dello scorso anno? Oppure la scelta è maturata fra questa estate e questo autunno, nelle pieghe della legge di bilancio?
Il momento di rottura è arrivato quando abbiamo verificato che non era più possibile cambiare il partito democratico ‘da dentro’, come si sarebbe detto un tempo. Dopo il referendum del 4 dicembre non si è voluto aprire una discussione seria, approfondita. Il congresso già convocato si è poi svolto nell’arco di poche settimane, con il prevedibile esito che tutti conosciamo. Negli anni precedenti le fratture sono state molteplici: dalla buona scuola al jobs act, al ‘ciaone’ sulle trivelle, fino alla discussione sulla legge elettorale che ha prodotto un sistema che regalerà all’Italia l’ingovernabilità. Un capolavoro!

Con Sinistra italiana e Possibile avete trovato un minimo comune denominatore? Su che basi? L’ambizione è quella di convincere il Pd dopo le elezioni a dire, soprattutto a fare, qualcosa di sinistra?
Con Sinistra italiana e Possibile ci sono ormai molti punti in comune. Abbiamo presentato emendamenti insieme sul lavoro sia alla Camera che al Senato. Siamo impegnati da mesi in un confronto serrato sui temi che animeranno il programma di ‘Liberi e Uguali’. L’obiettivo è quello di far crescere anche in Italia una sinistra plurale, di governo, con una forte anima ambientalista che sappia nuovamente interpretare i bisogni delle famiglie italiane anziché quelli dei poteri forti.

Domanda d’obbligo: in Cgil molti vi guardano con interesse, visto il comportamento del governo sui temi del lavoro (jobs act, previdenza, misure per i giovani), tenuto conto dell’atteggiamento palesemente ostile alle richieste sindacali e alle stesse organizzazioni da parte di Pd, Forza Italia e Movimento cinque stelle, i tre più votati partiti italiani, almeno secondo i sondaggi. Ma il passato, vedi le liberalizzazioni, le cosiddette ‘lenzuolate’ bersaniane, continua tutt’ora a creare difficoltà ai lavoratori, soprattutto dei servizi e del commercio. Non c’è un 25 aprile o un Primo maggio senza uno sciopero Filcams contro le aperture indiscriminate dei grandi punti vendita. Cosa pensa in proposito Mdp?
Ai lavoratori vanno date più certezze e più mezzi per affrontare la vita di tutti i giorni. Dalla casa, al diritto allo studio per i figli, alla sanità, alla cura dell’ambiente e del territorio. Per questo servono nuove politiche pubbliche che mettano al centro gli investimenti, recuperando risorse dalla lotta all’evasione fiscale e contributiva e dall’attuazione del principio costituzionale di progressività fiscale. Che non vuol dire pagare di più, ma pagare il giusto. Sulle liberalizzazioni si possono certamente apportare delle correzioni laddove si sono create delle storture che hanno penalizzato la vita di molti lavoratori e lavoratrici.

Il presidente del Senato, Piero Grasso, ha mostrato apprezzamento per il vostro progetto. Finalmente è arrivato Godot?
La discesa in campo di Pietro Grasso - domenica 3 dicembre a Roma nel corso della nostra assemblea - e l’entusiasmo che ha portato ci dimostrano che abbiamo visto giusto. Adesso occorre far cresce ‘Liberi e Uguali’ in tutta Italia. Sarà una sfida emozionante in cui credo si potranno impegnare tutti coloro che pensano ci sia bisogno di un’Italia diversa: più giusta e con più opportunità per tutte e tutti.


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