Materiali del seminario nazionale di Lavoro Società
“La stagione contrattuale in Filcams per una contrattazione inclusiva” (3)
Molteplici sono anche le azioni che mettiamo in campo ogni giorno nel mondo degli appalti a difesa della dignità del lavoro. E’ un mondo precario dove le lavoratrici e i lavoratori sono invisibili, nonostante svolgano funzioni delicate e strategiche per la collettività, per la salubrità ambientale con le pulizie nelle scuole, negli ospedali e nell’alimentazione dei bambini nelle mense scolastiche, degli anziani e degli ammalati negli ospedali e nella difesa di luoghi sensibili con le guardie giurate.
Sono circa 1.000.000 le lavoratrici e i lavoratori degli appalti delle pulizie e dei pubblici esercizi in attesa del rinnovo contrattuale. Sono principalmente donne part-time e straniere, a monoreddito in attesa di un rinnovo contrattuale da oltre 4 anni, con controparti datoriali frammentate nel turismo che mirano a ridurre le tutele negli ambiti della malattia, delle clausole sociali, che vogliono peggiorare le condizioni dei nuovi assunti, con aumenti salariali irrisori.
Contestualmente i lavoratori vivono ogni giorno la precarietà degli appalti a fronte dei continui tagli indiscriminati applicati dalle amministrazioni pubbliche e dalle committenti del settore privato e dall’applicazione di contratti nazionali non firmati dalle organizzazioni sindacali, dai sempre più ritardi nei pagamenti degli stipendi. In molte situazioni di crisi sono stati espulsi dai cicli produttivi le lavoratrici e i lavoratori degli appalti, contrapponendo i lavoratori delle ditte committenti con quelle delle ditte in appalto a fronte di politiche di internalizzazione.
Un ruolo fondamentale è stato assunto dalla Filcams nella raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare sugli appalti e per il referendum promossi dalla CGIL, che ha visto la reintroduzione della responsabilità del committente negli appalti.
Ora dobbiamo riprendere assieme a tutte le lotte messe in campo anche la battaglia di abolizione del jobs act rispetto anche ad un tema che ci vede molto coinvolti nelle nuove assunzioni a tutele crescenti nei cambi appalti. Lo stiamo già facendo per rendere viva la carta dei diritti universali del lavoro per ridare dignità al lavoro, per andare oltre le frontiere, per includere chi è escluso con una normativa che tenga conto delle trasformazioni del lavoro negli ultimi vent’anni.
E’ molto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni e che dobbiamo continuare a fare, nel rispetto della contrattazione anticipata e nell’assicurare un lavoro dignitoso, nella contrattazione di sito, mettendo in campo nelle maggiori realtà possibili i coordinamenti appalti con il coinvolgimento delle altre categorie sindacali per rieducare i lavoratori alla solidarietà indipendentemente dal contratto applicato per la riunificazione del lavoro. Altre parole d’ordine accompagnano altre trattative contrattuali, come ad esempio legalità, trasparenza, rispetto delle regole e rafforzamento delle stesse nel cambio appalto a proposito del rinnovo del CCNL della vigilanza, per combattere le tante forme di illegalità che stanno stremando il settore, mettendo a dura prova la sicurezza di chi vi opera.
E’ molto il lavoro che dobbiamo ancora fare ed è importante definire le linee guida delle nostre azioni sindacali. Lo abbiamo fatto nell’ambito di importanti momenti di confronto tenutisi anche in categoria in questi anni, oltre che con l’ultima iniziativa “terziario 4.0” svoltasi più recentemente.
Abbiamo la necessità di includere le lavoratrici e i lavoratori ai margini del mercato del lavoro, di avviare innovativi percorsi di contrattazione per coinvolgere chi spesso resta escluso.
Dobbiamo anticipare proposte a fronte dello scenario del terziario futuro, il cosiddetto terziario 4.0, per far fronte alle trasformazioni in corso sulle modalità di vendita, sui luoghi di vendita trasformati all’interno del processo di globalizzazione, i quali richiederanno una maggiore specializzazione.
Anche sul welfare aziendale si deve proseguire nella discussione per distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo, impedendo che diventi una sostituzione del sistema pubblico. E per fare della buona contrattazione dobbiamo definire nella nostra categoria, e anche con una discussione confederale, le linee guida e le direttrici da perseguire.
Dobbiamo rafforzare la diffusione della contrattazione sociale e territoriale per migliorare le condizioni di vita della nostra rappresentanza sindacale, ma anche per dare risposte ai bisogni della collettività a fronte dei tagli; sulle politiche attive al lavoro, per le politiche abitative, per le reti e per i servizi di trasporto, contro la povertà.
Ci vuole un forte senso di rappresentanza da coltivare e un maggior ruolo per i nostri delegati per contaminare maggiormente la nostra cultura, la conoscenza e la coscienza sindacale, per una società che ponga al suo centro il lavoro come previsto dalla Costituzione, la pari dignità e le pari opportunità.
La nostra sfida è quella di andare oltre i confini. Lo stesso Di Vittorio ci insegnava che quando una causa è veramente giusta, è alta, merita di essere servita. La nostra causa è una causa portatrice di progresso sociale, di civiltà, di giustizia, per una equa distribuzione della ricchezza, per una politica di inclusività.
Si deve lavorare con tenacia e con pazienza, perché ogni piccolo contributo di ogni militante confluisce nel maestoso fiume della nostra storia.