“L’anno che sta arrivando …” porta grandi novità, ma non sono le speranze della bella canzone dell’indimenticabile Dalla. A Camere sciolte, il governo Gentiloni degli “affari correnti” ha subito deliberato una missione militare in Niger. Sì, nel silenzio generale e nella distrazione ovattata delle feste natalizie, l’Italia va a una nuova guerra. Una guerra neocoloniale e neoschiavistica a trazione Macron.
La Francia conferma di voler mantenere il suo controllo strategico su una parte importante del continente africano; l’Italia sposta sempre più a sud la “guerra ai trafficanti” cioè a profughi e migranti. Non bastavano gli scellerati accordi di Minniti e Alfano col governo Serraj e tutte le milizie locali per rinchiudere i migranti nei lager libici. Bisogna ora sigillare i confini meridionali della Libia. Far morire sempre più uomini, donne e bambini nel deserto è garanzia certa per ridurre partenze dalle coste libiche e sbarchi su quelle italiane.
Negli stessi giorni il New York Times rilancia un fatto già noto, a suo tempo “bucato” dai solerti media italiani: dal “Bel paese” si esportano grandi quantità di armi verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Armi e munizioni prontamente usate nella guerra dimenticata dello Yemen. Per carità, tutto regolare. Nessun imbarazzo del governo, nessuna violazione delle norme internazionali: Arabia ed Emirati – grandi alleati di Usa e Europa – non sono certo soggetti a sanzioni od embargo da parte dell’Onu!
Del resto Gentiloni l’ha vantato più volte con orgoglio: “L’Italia è l’unico Paese in Europa che ha una politica decente sui fenomeni migratori”. Nel rispetto dei diritti umani, ovviamente.
Buon anno a chi si batte perché restiamo ancora umani.