Il governo Lega-5stelle è un governo di destra. Dovremo costruire l’opposizione politica e sociale.
La politica di opposizione sarà “facile” sul terreno dei diritti civili, delle politiche di accoglienza, del rifiuto delle politiche securitarie: un governo a trazione leghista sarà razzista, securitario, maramaldo. Inizialmente, la nostra politica sarà impopolare; tutti i partiti, ad eccezione della sinistra estrema, hanno alimentato paura e razzismo. Anche il Governo Gentiloni. Sarà una opposizione politica con una rappresentanza parlamentare pressoché nulla, ma che potrà costruire convergenze ampie con settori sociali che fanno riferimento al solidarismo cattolico e al liberalismo democratico.
Più duro sarà costruire l’opposizione sociale, se i due partiti riusciranno a mantenere fede all’impianto protezionista. Questo impianto creerà consensi tra i settori strutturati del mondo del lavoro, i cui salari, implementati come capacità di spesa da una eventuale minore pressione fiscale e protetti dalla contrattazione categoriale e aziendale, hanno meglio sopportato fino ad oggi i tagli allo stato sociale e potranno al primo impatto, reggere persino - con un aumento degli stipendi netti in conseguenza della flat tax - agli ulteriori tagli che sarebbero determinati dalla riduzione delle entrate.
La partita si giocherà con la grande massa dei lavoratori senza diritti e senza tutele che saranno esposti al liberismo dei tagli allo stato sociale che diverrà residuale e “compassionevole”.
La CGIL ha capito - con la Carta dei diritti universali - che deve parlare alla grande massa dei nuovi schiavi dell’economia digitale basata sui servizi e la logistica. Torniamo dunque sul territorio investiamo sulle camere del lavoro confederali, intensifichiamo il lavoro di “conquista” del cuore e delle teste dei lavoratori destrutturati. Ma non “molliamo” al nemico il campo del lavoro strutturato e tutelato, nel quale ancora siamo la forza socialmente maggioritaria. Riconduciamo gradualmente verso il fiume dello stato sociale universalistico, i rivoli del welfare contrattuale e aziendale, consapevoli che su questo non possiamo andare ad uno scontro frontale con i lavoratori e gli iscritti.
Una immagine di forte autonomia della CGIL dal quadro politico, dalle forze di governo e dai responsabili delle politiche di austerità e di tagli allo stato sociale che dalla Legge Fornero al Jobs act, al pareggio di bilancio in Costituzione, hanno contrastato il lavoro e i suoi diritti, legittimerà pienamente la nostra opposizione.al governo della Lega.