Traccia dell’intervento all’Assemblea generale nazionale della FILCAMS-CGIL del 14/15 maggio 2018 (2)
il sindacato confederale è oggetto di un attacco sistematico, il cui obiettivo è imporre un modello di relazioni sindacali che escluda i corpi sociali dalla discussione delle grandi scelte del paese per confinarli in una logica corporativa categoriale e aziendalistica. L’obiettivo è spezzare il legame tra i settori tutelati del mondo del lavoro (sempre meno e sempre più esposti al rischio di perdere tutele) dalla grande massa dei nuovi schiavi della economia digitale, informatica, della logistica e dei servizi, privi di diritti.
La previdenza è attaccata attraverso la decontribuzione e lo stato sociale attraverso la defiscalizzazione. Il meccanismo premiale per il welfare aziendale, mira a legare lavoratore e azienda.
Per tenere assieme gli uni e gli altri dovremo fare anche qualche compromesso. Per non consegnare al corporativismo i lavoratori “strutturati” e poter usare la loro forza al servizio della causa generale del lavoro.
La Carta dei diritti e i referendum sono una pietra miliare che hanno testimoniato la capacità di tenuta e organizzato su un terreno di contrasto milioni di lavoratori.
La CGIL ha in questi anni affrontato uno scontro durissimo. I governi della passata legislatura si sono caratterizzati per politiche neoliberiste e antipopolari, hanno puntato all’isolamento e alla sconfitta della CGIL fino allo schiaffo del decreto-truffa sui voucher. Abbiamo retto e contrastato.
Siamo sulla difensiva. Teniamolo presente. La questione centrale oggi è difendere il contratto collettivo nazionale di lavoro come strumento di regolazione dei rapporti tra padroni e lavoratori e garantire la tutela di ogni lavoratore nel contenzioso anche individuale.
La FILCAMS ha alle spalle una robusta elaborazione sul terreno dei diritti e della linea rivendicativa che ha trovato modo di essere largamente socializzata in iniziative larghe rivolte al quadro attivo e che è condivisa in modo pressoché unanime. Ma questa ricchezza si scontra con una difficoltà crescente di tenuta sul piano contrattuale.
La FILCAMS conosce le difficoltà di settori in crisi (per la crisi del modello della grande distribuzione organizzata e il crollo della domanda interna, della crisi industriale per il settore commerciale legato alla produzione, alla edilizia, ecc. per la politica di spending review che ha tagliato appalti tra gli altri) con alcune eccezioni nel terziario avanzato e nei gruppi multinazionali legati a settori in ripresa e quindi conosciamo una difficoltà concreta tanto sul piano della rivendicazione salariale, che soprattutto su quella del contrasto dell’assalto ai diritti su orari, flessibilità, malattia da parte padronale. Altre categorie hanno un margine contrattuale maggiore legato all’incidenza del costo del lavoro sulla determinazione del valore dei prodotti o alla professionalità, oppure hanno fatto la scelta della via più semplice, con accordi contrattuali costi quel che costi che non hanno niente a che fare con quanto scritto nei propri documenti.
La FILCAMS-CGIL in questo senso è in mezzo al guado. La linea sindacale, il programma d’azione e la prassi contrattuale e organizzativa dovranno essere oggetto anche di una specifica riflessione.
Possiamo esaminare e sottoporre a verifica la distanza tra le idee, le aspirazioni, le buone prassi, i sentimenti che suscitiamo e organizziamo in forma programmatica e le scelte quotidiane che tutti noi facciamo nella contrattazione, nelle vertenze, nell’assistenza per mantenere la potestà contrattuale e la rappresentanza dei lavoratori.
L’aspetto più rilevante è il divario crescente fra l’impianto strategico e la prassi quotidiana. Di questo divario e di come rimuoverlo dobbiamo discutere.
Voglio essere chiaro. La nostra discussione deve basarsi su un postulato: l’obiettivo di questo lavoro teorico e pratico NON è rimettere in discussione l’impianto strategico, è individuare tattica e strumenti di approssimazione a quello impianto per far sì che la CGIL si confermi una grande organizzazione di rappresentanza, confederale e di classe, capace di organizzare, rappresentare, tutelare le lavoratrici e i lavoratori del nostro paese, senza distinzione alcuna, né di genere, né di nazionalità, né di religione.
Nel fare il bilancio della nostra attività dal passato congresso ad oggi non ci dobbiamo nascondere le difficoltà, le battute di arresto, gli arretramenti. Ma dobbiamo essere consapevoli che l’aver resistito all’attacco frontale portato con il jobs act, la legge Fornero ai diritti del lavoro, aver continuato il lavoro di organizzazione dei nuovi lavori, per sindacalizzarli e portare avanti le loro rivendicazioni, aver offerto all’insieme degli uomini e delle donne che lavorano, la Carta dei diritti, aver raccolto milioni di firme, aver contribuito alla sconfitta del tentativo di manomettere la Costituzione repubblicana, tutto questo costituisce un fatto positivo! La FILCAMS- CGIL può fare alla grande la sua parte, portando un contributo di idee e di esperienze, di ricchezza e diversità del mondo del lavoro e di pluralismo e democrazia nella propria vita interna.