La Filcams CGIL è oggi, con i suoi 578.410 iscritti, la prima categoria di lavoratori attivi della CGIL. Una categoria che “incontra e rappresenta” - anche e in maniera massiccia - il “mondo del lavoro precario”. Ci toccano quindi grandi responsabilità confederali.
La rivoluzione digitale, da fattore di potenziale emancipazione del lavoro dalla fatica e dalla ripetitività, si è rovesciata nel contrario: la precarietà della condizione lavorativa trascina con sé la precarietà dell’esistenza, la difficoltà a definire una propria identità non solo sociale e collettiva ma anche individuale.
Lo smantellamento e la sconfitta delle esperienze sociali basate sui valori di uguaglianza e fraternità, che hanno costituito il comune sentire del movimento operaio organizzato in tutte le sue articolazioni su scala planetaria, e l’incapacità della sinistra in Italia e in Europa di leggere la crisi sociale e le sue dinamiche, hanno aperto la strada in larghi settori della società, forse ormai maggioritari, all’egoismo sociale, alla ricerca delle soluzioni ognun per sé, al razzismo, alla degenerazione dei rapporti anche nella vita di relazione, nei rapporti tra i sessi. Le idee retrive ereditate dal passato si vivificano con quelle determinate da nuove paure.
La CGIL non può sostituire la politica. Il sindacato è e deve restare una organizzazione di rappresentanza sociale, di resistenza e contrattazione. E’ giunta fin qui proprio in virtù di questa sua natura, mentre la società diventava liquida.
La carta dei diritti rappresenta la traduzione più chiara di una interpretazione dinamica del conflitto capitale-lavoro e un prezioso abbecedario, anche se nella forma di un articolato legislativo.
La scommessa dell’inclusione come chiave delle politiche contrattuali e organizzative rappresenta la nostra moderna lettura delle dinamiche sociali e indica un percorso di ricostruzione di unità solidale.
Affrontiamo a novembre il nostro congresso di categoria con la schiena dritta sul piano politico e organizzativo, contrastando anche nelle nostre fila l’opportunismo e il burocratismo, rafforzando il lavoro collettivo di squadra.