Il solo strumento di tutela della capacità di consumo? Il salario - di Federico Antonelli

Riflessioni a margine della discussione in categoria sul rinnovo del CCNL Commercio

In queste settimane la nostra categoria avvia il percorso di discussione sul rinnovo del CCNL del commercio con una serie di coordinamenti dei diversi settori che applicano questo contratto.
Dal mondo delle auto a quello del terziario avanzato, i discount e la distribuzione moderna organizzata, l’elettronica di consumo e le librerie. Sono molti gli ambiti che verranno analizzati nel corso delle riunioni programmate.

La scelta della categoria di organizzare queste riunioni di coordinamento appare particolarmente condivisibile ed interessante. E’ probabile che nel corso delle singole riunioni si possa definire un quadro di conoscenze più profonde di un mondo in continua evoluzione.

Se proviamo a fare un’analisi, semplificata, dei processi tecnologici che sempre più coinvolgono le imprese e le conseguenze che tale fenomeno ha per il mondo del lavoro il settore dei servizi è quello che più ne è interessato.

Nel commercio i nuovi modelli di vendita, apparentemente sempre più orientati al cliente grazie alle applicazioni che consentono la configurazione dei propri desideri, esigono una attualizzazione delle professionalità non eludibile.

Nel mondo dei servizi alle imprese la trasformazione tecnologica dei processi aumenta la produttività, modificando l’organizzazione del lavoro che adesso permette a singoli operatori di curare un numero maggiore di potenziali clienti. In questa ottica la terziarizzazione di alcuni servizi è stata stimolata proprio da tale fenomeno.

Nel mondo della logistica è oggi possibile, non sempre ma spesso, concentrare la distribuzione delle merci in magazzini molto ridotti nello spazio, distanti dal mercato di riferimento.

In questo quadro, molto più complesso ed elaborato di quanto in questo articolo e possibile descrivere, il contratto nazionale del terziario e la contrattazione possono rappresentare un elemento di continuità e unificazione determinante.

Il mondo del commercio oggi vede una frammentazione contrattuale notevole. La distribuzione organizzata ha sottoscritto un suo contratto specifico, il terziario diffuso fa spesso riferimento al contratto firmato con “Confesercenti”, la cooperazione di consumo ha un contratto che vive di vita propria. Ma pur con questa suddivisione il contratto del terziario copre una vastissima area produttiva. Ed in questa area produttiva la contrattazione integrativa e diffusa ma non abbastanza. Temi quali la formazione continua, la professionalità e l’organizzazione del lavoro, con la regolamentazione delle novità di questi anni quali lo smart working, non sempre trovano soluzione nella contrattazione in azienda. Eppure sono temi centrali che toccano da vicino la vita lavorativa delle persone.

La formazione continua è lo strumento con il quale difendere il lavoratore di fronte al mutare del lavoro. Oggi che l’anzianità lavorativa aumenta e i processi di innovazione diventano sempre più rapidi, il rischio di obsolescenza delle professionalità è elevato. E’ necessario studiare e dotarsi di strumenti sempre più efficaci.

Le declaratorie professionali subiscono lo stesso processo di obsolescenza e il confronto fra noi e il mondo delle imprese è indispensabile. Non si può pensare di affrontare un mondo informatizzato con le logiche professionali degli anni settanta o ottanta. Si rischia di rendere inutile il contratto nazionale. Alcuni passi in passato son stati fatti ma è necessario proseguire nel lavoro avviato.

L’organizzazione del lavoro oggi si è dotata di nuove pratiche che possono essere anche oggetto di discussione nazionale, pur nella consapevolezza della necessaria coniugazione aziendale. In passato si è utilizzata la pratica del “demando”, che alle volte diventava apertura vera e propria alle deroghe. La nostra organizzazione è sempre stata contraria e ha cercato di contrastare tale pratica, ma sappiamo bene, in perfetta solitudine. E’ ancora necessario ragionare in termini di demando proprio per la complessità del tema, pur con la ricerca dei necessari paletti.

Ma queste che sono semplici riflessioni preliminari nel corso dei coordinamenti verranno certamente integrate. In questo momento è necessario rafforzare lo scambio di esperienze tra lavoratori, delegati e organizzazioni sindacali. I processi innovativi vengono infatti messi in campo prima che gli stessi siano razionalizzati e, se non ci si contamina e confronta con continuità, si rischia di perdere contatto con la realtà.

Un ultimo accenno sulla questione retributiva. Anche le politiche salariali saranno certamente momento di particolare discussione. Il contratto nazionale in scadenza ha spalmato gli aumenti contrattuali in un arco temporale di circa quattro anni e mezzo contro i tre inizialmente previsti. Il blocco della trattativa sul contratto della distribuzione moderna organizzata ha determinato il ritardo nell’erogazione degli aumenti salariali. La scelta, condivisa e comprensibile, ha però determinato una riduzione della massa salariale concordata nel 2015. Questo oggi deve essere tenuto in debito conto, anche per richiamare la nostra controparte alla coerenza delle argomentazioni. Il solo strumento di tutela della capacità di consumo dei singoli e delle famiglie è il salario. Non si può pensare di demandare la soluzione al problema salariale solo a una futura riforma fiscale, anche le imprese facciano la propria parte.


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