Alleanza Nazionale aveva il 10% negli anni novanta. E il 10% anche nella prima decade del 2000. Stupirsi ora che Fratelli d’Italia abbia il 10% è quantomeno pittoresco.
Quando Gianfranco Fini la fece collassare nel 2009 fondando Futuro e libertà i voti andarono a Berlusconi, considerato più rassicurante, arcitaliano, virile, volitivo e amante delle belle donne. Ora quei voti sono tornati all’ovile con la sorella d’Italia, Giorgia Meloni, perché il tempo non aspetta nessuno, nemmeno il (riabilitato) Cavaliere di Arcore. Per giunta, a differenza di Forza Italia, Fratelli d’Italia è un partito ‘vecchia maniera’, non certo liquido, ma organizzato al suo interno non solo con gli strumenti tecnologici odierni (social media in testa) ma anche con la classica presenza sul territorio. Specialmente in quelle periferie - termine che ormai indica metaforicamente chiunque si senta lontano e abbandonato dai centri politici, economici, anche turistici - che chiedono, spesso inascoltate, di essere seguite, aiutate, anche protette. In assenza del welfare, dello stato sociale sempre più in ritirata, la precarietà dell’oggi e la paura del domani fanno sì che strati sempre più larghi della popolazione si facciano convincere dalla retorica nazionalista, sovranista e populista di una destra che in fondo c’è sempre stata.
Dio, patria e famiglia: il messaggio era questo e questo resta. Per coagulare intorno a Fratelli d’Italia l’Italia più profonda, soprattutto nel centro sud della penisola, dove non per caso anche la vecchia Alleanza nazionale (e prima di lei il Msi di Giorgio Almirante) raccoglieva i maggiori consensi. Va da sé poi che a questa connotazione storico-elettorale si aggiungono le contingenze politiche dell’oggi. Ecco così che Giorgia Meloni, in stretto collegamento con la Lega di Salvini, non perde occasione per rimarcare la nostalgia per i tempi in cui l’Europa non metteva bocca nei conti pubblici italiani. Fino ad arrivare a dire che esiste un grande fratello che spia i nostri risparmi, toglie la libertà, decide come gli italiani devono usare i loro soldi.
Non è vero naturalmente, ma argomenti del genere fanno presa e accrescono un bacino elettorale sempre sedotto da parole d’ordine che richiamano inesorabilmente agli slogan del ventennio.
L’Italia chiamò, Meloni risponde ‘presente!’.