Come in un libro scritto male, la chiusura del supermercato Sigma di Mondovì era stata annunciata per Natale. Parafrasando la bella canzone di Francesco Guccini (‘Incontro’), le paure di fine dicembre delle lavoratrici del punto vendita di piazza della Repubblica sono diventate una drammatica realtà. Luci spente, scaffali vuoti, saracinesche abbassate, sono le malinconiche fotografie di un market in disarmo, giunto a fine corsa.
Le otto combattive dipendenti di Sigma hanno fatto picchetti, organizzato volantinaggi e anche mini-cortei nel quartiere di Breo, vicino alla vecchia stazione. Non si sono arrese al tramonto di un’epoca, perché quel supermercato era stato uno dei primi a Mondovì, nei momenti migliori poteva contare fino a una trentina di addetti, insomma era un pezzo di storia del cuneense.
Aperto come Standa negli anni ottanta, era poi passato di mano ad altre catene della grande distribuzione, dalla Conad alla Ecom, per finire appunto a Sigma. I proprietari del grande spazio nella centralissima piazza della Repubblica si sono messi in cerca di altri marchi che intendano investire a Mondovì, si sono attivati i sindacati (Filcams Cgil in testa) e l’amministrazione comunale. Nelle scorse settimane sono stati contattati grandi player commerciali come Penny Market e U2, ma le difficoltà sono tante. Anche i proprietari dei locali, ben conosciuti in città, si sono mossi per trovare nuovi affittuari.
Ivan Infante, nuovo segretario generale della Filcams Cgil di Cuneo, è in prima linea. Dice subito di aver trovato nella giunta di Mondovì un alleato sensibile alla ricerca di soluzioni che permetterebbero di salvare i posti di lavoro.
Infermiere ora in aspettativa, rodato da mille vertenze all’interno della Funzione pubblica, Infante ha una ormai storica dimestichezza nei rapporti con le amministrazioni cittadine. “La situazione è molto difficile, a tutti i livelli - premette - Mondovì non è diversa dal resto del paese. Anzi, come tutte le realtà più piccole risente ancora di più degli effetti di questa interminabile crisi economica. Per giunta le lavoratrici di Sigma non possono godere di ammortizzatori sociali, hanno solo l’indennità di disoccupazione. Anche e soprattutto per questa ragione si facciano avanti, si presentino eventuali imprenditori interessati a rilevare l’attività.
I locali sono nel centro della città, serviti da parcheggio e le ragazze sono fortemente motivate”. Del resto Sigma è stata una ricchezza per la città, Luisella Miglio, la delegata, e le sue compagne sono diventate figure familiari per migliaia di persone, non per caso le manifestazioni che hanno organizzato sono state molto partecipate, non solo da chi abita a Breo. “Intanto siamo riusciti ad ottenere il pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio - sottolinea Infante - è stato faticoso, ma ce l’abbiamo fatta.
Sigma ha smantellato da tempo, anche se la chiusura è stata fissata per il 31 marzo. Le dipendenti sono ufficialmente in ferie, devono smaltire quelle arretrate e anche un po’ di permessi”. Nei prossimi giorni ci dovrebbe essere un incontro con il concessionario Carrefour della zona per l’eventuale apertura di un nuovo punto vendita, sempre a Mondovì, anche se non negli stessi spazi di piazza della Repubblica.
“La situazione è fluida - sottolinea il segretario Filcams - per certo noi faremo di tutto per salvaguardare i posti di lavoro di queste ragazze, che non sono più giovanissime e che vivono momenti di comprensibile difficoltà, materiale ed emotiva. Mi concedo una battuta, molte di loro sono più ‘antiche’, hanno più anzianità di servizio, degli scaffali del supermercato”.
La resistenza operaia in un piccolo borgo come quello di Breo dà un alone di ulteriore romanticismo alle storie di vita di Luisella Miglio e delle sue compagne. Da queste parti si conoscono tutti, dal sindaco al sindacalista, dall’industriale al ventenne che si affaccia al mondo del lavoro, come succede nelle cittadine tutti sanno tutto di tutti e i problemi dei singoli diventano spesso problemi di un’intera comunità. “Sapevamo che Sigma non era più competitivo, il settore della distribuzione organizzata è uno dei più difficili. Mentre qui in piazza della Repubblica si affacciava la crisi, in un’altra parte della città veniva aperto un nuovo supermercato”. Viene in mente un vecchio proverbio: la stalla è stata chiusa quando i buoi erano già scappati. I clienti infatti sono via via mancati.
“La battaglia che abbiamo di fronte non è semplice - chiude Infante - il comparto del commercio è fra i più complicati. È necessario tenere ferma l’asticella dei diritti conquistati, perché basta poco per vederli progressivamente cancellare. L’annuncio del miracolo italiano, caro a Silvio Berlusconi, ha creato mostri”. Ora Ivan Infante ci lascia, è diretto anche lui a Verona, al corteo di protesta contro il congresso mondiale delle famiglie. Quello che vuole l’eliminazione dei diritti lgbtq, la riduzione dei diritti alle donne, la criminalizzazione dell’omosessualità e dell’aborto, impedire anche il divorzio.